giovedì 12 marzo 2015

La Spia - A Most Wanted Man di Anton Corbijn, film di spionaggio molto introspettivo e diretto. Eccellente interpretazione - come sempre - del compianto Philip Seymour Hoffman. Bravi tutti gli altri

Oggi vi voglio parlare di un film recente con un attore protagonista nella sua penultima interpretazione (purtroppo. Grande, grandissima perdita. E tra qualche anno sentiremo ancor di più la sua mancanza).
Mi riferisco a La Spia - A Most Wanted Man di Anton Corbijn.
Ecco la recensione:





La Spia - A Most Wanted Man (A Most Wanted Man) di Anton Corbijn del 2014. Con Philip Seymour Hoffman, Rachel McAdams, Willem Dafoe, Robin Wright, Grigoriy Dobrygin, Daniel Brühl, Nina Hoss, Homayoun Ershadi, Mehdi Dehbi. (120 min. ca.)
Amburgo. A ridosso dell'11 settembre, Günther Bachmann (Seymour Hoffman), agente segreto anti terrorismo, deve scoprire se Issa Karpov (Dobrygin) un giovane russo-ceceno, sta tramando qualche attacco, chiedendo di prelevare i soldi che suo padre, un criminale di guerra, ha lasciato in una sede lì, con a capo Tommy Brue (Dafoe). Aiutato dall'avvocato di Issa, Annabel Richter (Hoffman) e appoggiato - anzi, supervisionato - dall'agente americano della CIA Martha Sullivan (Wright) cercherà di incastrarlo.













Tratto dal romanzo Yssa il buono di John le Carré, è un film di spionaggio anomalo perché freddo, introspettivo, che non si basa su sparatorie o grandi scene d'azione ma su un unico colpo di scena.
Molto preciso, calcolato, ben strutturato in tutti i suoi passaggi (plauso alla sceneggiatura che ha reso la vicenda comprensibile nonostante la storia fosse tutt'altro che semplice anche da seguire) e dal ritmo costante, ha nella prevedibilità e nella piattezza di fondo uno dei punti deboli.
Inoltre c'è sempre il solito gioco della recluta e della "quasi" storia d'amore.
Nulla da dire sulle interpretazioni: dal riflessivo Philip Seymour Hoffman che regala una grandissima interpretazione misurata e soppesata (con accento tedesco. Willem Dafoe ha un ruolo di contorno ma il suo viso ambiguo parla da solo. Rachel McAdams molto dimessa, è vincente nella sua semplicità. Robin Wright sempre impeccabile. Gli altri fanno il loro dovere senza sbavature.
Inoltre è un film che sa sfruttare gli interni e grazie ad una fotografia altrettanto rarefatta e che gioca con i colori e le luci e con una colonna sonora pertinente, molto dura.
Semplice, diretto e rigoroso (perciò pertinente anche all'ambientazione), riesce ad intigare e a coinvolgere senza cali di tensione. Il finale spiazza, lascia interdetti ma è coerente.
Da vedere. Consigliato. (Piacerà sicuramente agli appassionati della serie Homeland).


Voto: ***









Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











  

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