sabato 7 marzo 2015

Due giorni, una notte di Jean-Pierre e Luc Dardenne, piccolo grande film che riesce a parlare dei problemi della vita di tutti i giorni con naturalezza e lucidità. Magnifica Marion Cotillard

Oggi vi voglio parlare di un film francese recente. Delicato e profondo al contempo. Una pellicola realistica, che con lucidità parla di temi attuali anche per noi italiani.
Mi riferisco a Due giorni, una notte di Jean-Pierre e Luc Dardenne.
Ecco la recensione:





Due giorni, una notte (Deux jours, une nuit) di Jean-Pierre e Luc Dardenne del 2014. Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Pili Groyne, Simon Caudry, Catherine Salée, Olivier Gourmet, Baptiste Sornin, Christelle Cornil, Laurent Caron. (95 min. ca.)
Sandra (Cotillard) è una giovane donna sposata con Manu (Rongione) e madre di due bambini. Non è ancora uscita del tutto dalla depressione che l'ha fatta rimanere a casa per un bel po'. Ora vorrebbe ritornare nella piccola azienda di pannelli solari ma il proprietario ha deciso di dare un bonus di 1000 euro ai dipendenti in cambio del suo licenziamento. A questo punto Sandra decide di andare di casa in casa dei suoi colleghi oppure contattarli al telefono per far cambiare loro idea (quasi tutti, giustamente, hanno scelto il bonus) e alla prossima votazione tre giorni dopo, farsi promettere - per l'appunto - il voto che le permetterebbe di rimanere. Ne bastano nove voti su sedici. Perderà la fiducia, si affliggerà, si umilierà, ma scoprirà anche tanta solidarietà che la porteranno a cambiare il modo di vedere le cose. 

























Piccolo grande film che racconta una storia plausibile, con un realismo e una naturalezza disarmanti. Il dramma di Sandra (il suo male di vivere, la possibile disoccupazione) non poteva essere narrato e mostrato meglio con delicatezza e lucidità. 
Grazie ai piani sequenza lo spettatore segue ed è coinvolto totalmente in una storia ripetitiva. Ma se tutto sembra così spontaneo, invece ogni cosa è stata provata e riprovata sul posto mille volte. La stessa Cotillard era rimasta sorpresa da quanta minuzia e attenzione ai particolari i fratelli Dardenne hanno dato peso. Per loro ammissione hanno voluto che l'attrice francese si liberasse da una certa frivolezza e piedistalli dovuti alla popolarità e al suo tipo di percorso per poter studiare insieme un modo per caratterizzare un personaggio così semplice e dimesso ma così sfaccettato. 
Il movimento delle mani, le cadute, gli svenimenti, l'espressione sofferente, il sorriso malinconico. Niente è stato lasciato al caso. Ed in effetti la sua performance è impeccabile, magistrale, toccante (meritatissima la nomination all'Oscar come Miglior Attrice). 
Sceneggiatura altrettanto semplice ma efficace, senza sbavature. L'ambientazione è perfetta, popolare (periferia belga). Interessante l'uso esclusivamente di musica interna e non di una vera e propria colonna sonora (sempre per quell'idea di verismo). 
Un film che potrebbe sembrare freddo e distaccato ma che riesce ad emozionare senza mai cadere nel patetico e nel ricattatorio. Garbo, misura, intelligenza. E un finale che spiazza un po'. 
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.


Voto: ***1/2/****








Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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