mercoledì 11 marzo 2015

The Judge di David Dobkin, dramma familiare travestito da dramma legale ben interpretato dai due protagonisti Robert Downey Jr. e Robert Duvall. Ma l'essere un ibrido - un miscuglio di generi - gli si ritorce contro

Oggi vi voglio parlare di un film recente che sulla carta sembrava essere bello, avvincente, interessante ma che si è rivelato un po' deludente.
Mi riferisco a The Judge di David Dobkin.
Ecco la recensione:





The Judge di David Dobkin del 2014. Con Robert Downey Jr., Robert Duvall, Vera Farmiga, Vincent D'Onofrio, Billy Bob Thornton, Jeremy Strong, Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, David Krumholtz, Balthazar Getty, Denis O'Hare, Grace Zabriskie, Sarah Lancaster, Emma Tremblay. Indiana. (141 min. ca.)
L'anziano giudice Joseph Palmer (Duvall) appena rimasto vedovo, viene accusato di omicidio di un uomo che aveva condannato lui stesso per lo stupro e l'uccisione di una ragazza del posto. Dopo tentativi vani con l'imbranato avvocato C.P. Kennedy (Shepard), decide di affidarsi completamente (pur con parecchi scontri) al figlio Hank (Downey Jr.) che ha rivisto dopo anni per il funerale della moglie. Sarà l'occasione per riunire la famiglia (malato di tumore, gli rimane poco da vivere) e per Hank di ritrovare la vecchia fiamma Samantha Powell (Farmiga) e recuperare i rapporti con i fratelli Glen (D'Onofrio) e Dale (Strong). 























Un legal drama che di giallo e procedural ha poco o niente ed è soltanto il pretesto per raccontare una storia familiare e del rapporto complicato tra padre e figlio. 
Tutto ben fatto e ben orchestrato ma si cade in troppi espedienti strappalacrime (già il fatto che Dale, il figlio ritardato di Joseph, adoperi sempre la cinepresa e vengano mostrati i filmati vecchi con la famiglia felice dovrebbe far pensare), troppo smaccatamente finti. 
Ciò si contrappone invece ad un buon caso che avrebbe dovuto essere seguito con più attenzione e che invece viene presentato non in maniera completa, saltando anche varie e interessanti fasi e soprattutto ad alcune scene di un realismo anche troppo sfacciato e a siparietti ripetuti un po' di pessimo gusto. 
Poi il cliché dell'avvocato smarrito che prende una sbandata brevissima per quella che potrebbe essere sua figlia, la nipotina che vede per la prima volta il nonno e quest'ultimo che con lei da burbero diventa mansueto e dolce sono cose che ormai sono abusate: in questo caso invece che far lacrimare fanno riflettere sulla mancanza di originalità e sulla poca solidità della sceneggiatura. 
Un gran cast (perché tutti gli attori sono in gamba) sprecato. Robert Duvall davvero molto convincente nel ruolo di un uomo severo ma giusto, onesto. Robert Downey Jr. è sempre molto bravo nei ruoli da spavaldo ma persona al contempo profonda. Dà delle piccole sfumature al suo personaggio e lo arricchisce. Bravo davvero. Gli altri fanno poco a dire il vero e anche il sempre caustico e acuto Billy Bob Thornton è relegato in un angolo. Identica cosa per D'Onofrio e O'Hare. Bello ritrovare la Zabriskie. Vera Farmiga è invece come al solito bravissima ma anche lei ha un ruolo un po' superficiale. 
Un film ibrido dalla fattura televisiva (ma la HBO fa di meglio) che non sa quale strada prendere e ha un finale corretto ma scontato. 
Da vedere quasi esclusivamente per le prove attoriali dei due protagonisti. Consigliato a metà. Una piccola delusione.


Voto: **1/2







Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento