mercoledì 22 giugno 2016

Mission: Impossible di Brian De Palma, primo capitolo della fortunata e famosissima saga di azione/spionaggio. Bel cast, scene di impatto ormai cult e qualche forzatura qua e là (tipica di genere)

Oggi vi voglio parlare di un film di qualche anno fa orami. Un film di azione famoso, con un bel cast, diretto da un regista amatissimo e apprezzato da pubblico e critica.
Mi riferisco a Mission: Impossible di Brian De Palma.
Ecco la recensione:





Mission: Impossible di Brian De Palma del 1996. Con Tom Cruise, Jon Voight, Emmanuelle Béart, Henry Czerny, Jean Reno, Ving Rhames, Kristin Scott Thomas, Vanessa Redgrave, John McLaughlin, Rolf Saxon, Karel Dobry, Richard D. Sharp, Emilio Estevez, Dale Dye. (110 min. ca.)
Ethan Hunt (Cruise), fa parte della Impossible Mission Force, una sezione della CIA che svolge, per l'appunto, missioni pericolosissime. Insieme al suo gruppo guidato dal capo di mezza età Jim Phelps (Voight), sposato con la giovane Claire (Béart), va a Praga. Ma lì succede l'impensabile. Muoiono tutti, tranne lui e Claire. Presto si accorgerà che le cose non sono come sembrano. 














Primo capitolo della fortunatissima saga di spionaggio/azione (arrivata a quattro sequel) tratto dalla famosa serie tv anni '60. 
Ritmo, tensione, trama arzigogolata, qualche colpo di scena (subodorato) qua e là e personaggi alquanto stereotipati. 
Il cast è in gamba. Jon Voight è bravo, ma Tom Cruise dimostra di essere pienamente a suo agio in questo genere di pellicole. Vanessa Redgrave (come la "M" di James Bond) dà quel tocco di classe in più. Famosa e parodiata innumerevoli volte la scena del protagonista calato con una corda, in bilico, con la famosa goccia di sudore che, se fosse caduta, avrebbe attivato l'allarme. Tom Cruise aveva interpretato una scena del genere, arrampicato sul soffitto, già ne Il Socio* e anche lì era stato credibile, davvero impeccabile. 
Ormai cult anche la sequenza - che lascia senza fiato - del tunnel, con l'elicottero a pezzi che si avvicina a pochi millimetri dalla gola di Ethan inchiodato al treno che si è fermato di colpo (col macchinista che sviene dallo spavento). 
Il finale con l'inevitabile cliffhanger che riprende una scena iniziale, risulta prevedibile nonché telefonato. 
Nonostante ciò, è un film che funziona, ha dei momenti di impatto e di forte suspense. Di puro intrattenimento (puro stile anni '90), è girato con criterio da un De Palma che sa misurarsi anche con i blockbusteroni sapendoci metterci dell'ironia e un tocco di mistero. Il montaggio fa il resto. 
Il tema portante è lo stesso della sigla, composto da Lalo Schifrin, ma la colonna sonora ha anche brani di Danny Elfman. 
Da vedere. Consigliato. 

*Mia recensione
Voto: *** 








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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1 commento:

  1. Segnò il passo dei nuovi action. Il secondo invece introdusse la tamarragine.

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