Mi riferisco a Paura d'amare di Garry Marshall.
Ecco la recensione:
Paura d'amare (Frankie and Johnny) di Garry
Marshall del 1991. Con Al Pacino, Michelle Pfeiffer, Hector Elizondo,
Nathan Lane, Kate Nelligan, Jane Morris, Greg Lewis, Al Fann, Ele
Keats, Fernando López, Glenn Plummer, Tim Hopper. (118 min. ca.)
Frankie (Pfeiffer)
è una donna bellissima sulla trentina, sola, con storie disastrose e
squallide alle spalle che le stanno impedendo di affrontare gli
uomini (anche soltanto di uscire). Johnny è sulla quarantina,
affascinante, colto, esuberante e appena uscito di galera. Frankie &
Johnny, come la canzone, si ritrovano a lavorare gomito a gomito in
una tavola calda al centro di New York. Si innamorano. O almeno lui
si innamora subito. Lei con i suoi tempi...
Tratta dalla pièce off-Broadway
di Terrence McNally - autore anche della sceneggiatura - Frankie
and Johnny in the Clair de Lune, è una commedia romantica
zuccherosa (ma non stucchevole) e tenera con una venatura
malinconica.
La storia d'amore è ben narrata, si snoda senza fretta,
in modo realistico. In fondo è una situazione molto plausibile e i
protagonisti stessi sono credibili e caratterizzati divinamente.
Quello che fa parteggiare il pubblico per loro è la goffaggine,
l'essere così veri ma anche così perfetti in questa normalità
(patinata qua e là e con stereotipi). Michelle Pfeiffer e Al Pacino
sono eccezionali e pieni di carisma. Non sono soltanto covincenti, ma
proprio belli da ammirare anche per via della sintonia palpabile tra
di loro (avevano già lavorato insieme in Scarface).
Indimenticabili.
Come sono indimenticabili alcune scene: quella di
Frankie che mangia il burro di noccioline e quasi si soffoca, il
primo appuntamento con Johnny e quando lui le chiede di uscire:
mentre stanno soccorrendo un cliente epilettico al lavoro. Anche gli
altri personaggi e gli attori di contorno fanno la loro, in scene
quasi corali (bella l'atmosfera nella tavola calda).
La regia è di
polso, misurata. Quando sembra calcare troppo la mano o andare troppo
sopra le righe, ecco che riesce a riprendersi con dignità. La
sceneggiatura è il punto forte: le situazioni sono divertenti. Si
ride anche amaramente (come succede nella vita quotidiana). Questo
umorismo stempera alcuni momenti ad alto tasso di diabete rendendoli
più coinvolgenti.
Bella la musica di Marvin Hamlisch che si rifà al Chiaro di Luna di Debussy che avrà così tanta
importanza nel finale ed è perno dell'opera.
Ottima anche la
fotografia di Dante Spinotti.
Delicatezza, ecco la parola che può
riassumere questo film così leggero eppure così poetico e che più
di tanti altri descrive con intelligenza e verosimiglianza non solo i
rapporti di coppia, quanto la solitudine (anche imposta), lasciando
però una speranza allo spettatore medio che si immedesima nei due
amanti sfortunati, sia negli stessi Frankie & Johnny, dando loro
un'ultima possibilità per essere felici.
È così ben realizzato,
costruito con così tanto gusto che pare perfino strano sia diretto
da Garry Marshall (il quale l'anno precedente aveva diretto il
sopravvalutatissimo Pretty Woman).
Un cult nel suo
genere.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
(Frankie che
riesce ad aprire tutti i barattoli è anche una caratteristica di
Michelle Pfeiffer che, durante una delle prove con il regista, alla
sua domanda su cosa sapesse fare meglio, quale fosse una sua
peculiarità, lei rispose appunto: "So aprire i barattoli".
Bella idea, perché ripetuta più volte, umanizza il personaggio, lo
rende più simpatico e memorabile).
Voto: ***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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