Mi riferisco a Nine di Rob Marshall.
Ecco la recensione:
Nine di Rob Marshall del 2009.
Con Daniel Day-Lewis, Penélope Cruz, Marion Cotillard, Sophia Loren,
Nicole Kidman, Judi Dench, Kate Hudson, Fergie, Elio Germano, Ricky
Tognazzi, Enzo Cilenti, Giuseppe Cederna, Roberto Nobile, Andrea Di
Stefano, Remo Remotti, Michele Alhaique, Valerio Mastandrea, Martina
Stella, Roberto Citran, Vincent Riotta, Alessia Piovan. (118 min. ca.)
Roma, 1965.
Guido Contini (Day-Lewis), famoso regista italiano considerato un
vero maestro, non riesce a trovare l'ispirazione per il suo nuovo
film che dovrebbe chiamarsi Italia. Gli vengono in aiuto
le donne della sua vita (moglie, costumista, amante, la madre) e il
suo "io" bambino.
Tratto dall'omonimo musical di Broadway
di Mario Fratti che si rifà a 8½ di Fellini, è un
musical patinato, di maniera, privo di nerbo e contenuti.
Il libretto
è penoso, pieno di cliché e parole italiane buttate qua e là, le
melodie dimenticabili. Anche i dialoghi sono ridicoli, così colmi di
frasi fatte, di banalità e l'uso goffo dell'italiano è perfino
irritante. E tutto sembra girare a vuoto come il protagonista.
Uno
dei cast più sprecati che si siano mai visti. Un gruppo di attori
così bravi sono ridotti a macchiette. Sophia Loren è la caricatura
di se stessa, Nicole Kidman (il suo personaggio si ispira ad Anita
Ekberg) non fa nient'altro che mostrare la sua bellezza, anche se uno
sprazzo di interpretazione c'è nel suo numero, ma dura poco. Niente
è servita la sua bella voce. Judi Dench ha un numero simpatico e lei
è sempre espressiva, la sua parte ha un ruolo abbastanza rilevante.
Eppure non è incisiva, non sa di niente comunque. Penélope Cruz,
Carla (ruolo che fu di Sandra Milo), mostra un suo lato volgarotto e
per niente di classe. Kate Hudson ha una bella voce ma è anonima.
Fergie è provocatrice per nulla. Forse l'unica che dà una nota di
colore è Marion Cotillard: espressiva, con una bella voce. Si
impegna e si vede. Ed è probabile che i pezzi da lei interpretati
siano i più emozionanti e carini (non belli, non sia mai). Daniel
Day-Lewis è sofferente, emaciato, dolente (lui si immedesima sempre
corpo e anima nel personaggio, anche troppo), eppure non convince.
Molti gli attori italiani. Bravo Ricky Tognazzi, non pervenuti gli
altri che fanno troppo poco anche se non sembrano del tutto da
buttare.
Quasi nulla risulta piacevole tranne i costumi, le
scenografie – poi gli esterni, beh, parlano da soli. Roma è sempre
meravigliosa - e in parte le coreografie: in una scena finale, quando
tutti escono sulle scale del set, lo spettatore viene travolto, è un
vero colpo d'occhio. Ma soltanto questo.
Pretenzioso, dalla regia confusa e per niente originale,
scritto maluccio da Michael Tolkin ed Anthony Minghella, dalla
confezione lussuosa ma vuoto.
Un film inutile. Anzi, pessimo.
Da
vedere solo esclusivamente per curiosità. Non consigliato.
Voto: *1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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