Mi riferisco a La teoria del tutto di James Marsh.
Ecco la recensione:
La teoria del tutto (The Theory of Everything) di James
Marsh del 2014. Con Eddie Redmayne, Felicity Jones, Emily Watson,
Charlie Cox, David Thewlis, Harry Lloyd, Adam Godley, Maxine Peake,
Simon McBurney, Enzo Cilenti, Charlotte Hope, Tom Prior, Frank
Lebœuf. (123 min. ca.)
La biografia del fisico e astrofisico Stephen Hawking
(Redmayne), famoso per gli studi sull'origine dell'universo e sui
buchi neri, dal periodo universitario con la conoscenza della sua
futura prima moglie Jane (Jones) ai primi segni della sua malattia,
l'atrofia muscolare progressiva, alla costrizione sulla sedia a
rotelle, il sintetizzatore vocale col quale può comunicare dopo un
malore e il necessario intervento di tracheotomia che gli ha tolto
l'uso della voce, la nascita dei figli, una nuova moglie, Elaine
Mason (Peake) - sua infermiera, - la pubblicazione del suo libro, le
conferenze.
Tratto dall'autobiografia di Jane Wide Hawking Verso
l'infinito, è un film ricattatorio, che usa tutti gli
espedienti del caso per smuovere le lacrime allo spettatore. Fin
dalla prima scena con la fotografia piena di filtri e l'effetto
sfocato.
Ovviamente parla quasi esclusivamente della storia d'amore
tra Hawking e e la moglie, tralasciando - a parte alcuni momenti - la
parte teorica e i suoi studi.
Che dovesse essere romanzato era
inevitabile vista la fonte, ma qui è tutto troppo stridente,
patinato, perfettino, dalla bella confezione, tanto da divenire
perfino insopportabile.
Eddie Redmayne è davvero molto bravo: una
metamorfosi incredibile. Per contro, si percepisce anche una certa freddezza
(non per colpa sua, ma per via del taglio che il regista e la
sceneggiatura hanno dato a questa pellicola e per il genere stesso:
schematico, a compartimenti stagni, con vere e proprie fasi precise).
Felicity Jones è molto carina, espressiva e in parte ma, quando il
triangolo amoroso diventa troppo ingombrante, anche lei diventa
patetica (e Marsh non fa altro che sottolinearlo inquadrando
particolari e sospiri d'amore).
Certe scene sono involontariamente
comiche con lei che va in chiesa dopo che Hawking l'ha lasciata per
l'infermiera che gli permetteva di leggere Penthouse (altri due
momenti forzati) e bacia subito Jonathan (Cox), colui il quale
l'aveva aiutata e non vedeva da anni (tra l'altro). In quel punto
probabilmente il pubblico si aspettava addirittura la corsa al
rallentatore.
Ma altre scene madri sono talmente finte da far
storcere il naso. Ad esempio alla fine della conferenza con tutti che
applaudono e la musica che aumenta di volume (la colonna sonora è
del pur bravo Jóhann Jóhannsson).
Oppure i particolari quando
nascono i figli, con il neonato che gli tocca il naso, tutto in un
vortice di immagini mielose. No, non ci siamo.
È un film "acchiappa
Oscar" (chissà se ne vincerà almeno uno: quest'anno sarà una
dura lotta per fortuna) ed anche irrispettoso nei confronti dello
spettatore perché strappalacrime, pieno di ricatti emotivi.
Da
vedere per curiosità e solo esclusivamente per vedere il grande
lavoro di Eddie Redmayne. Il resto si può tralasciare.
Voto: **1/2 (E sono stata anche troppo buona)
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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