martedì 17 febbraio 2015

CULT: La mia droga si chiama Julie di François Truffaut, thriller/drammatico dal ritmo teso e dai continui colpi di scena. Con due protagonisti (Belmondo e Deneuve) perfetti

Oggi vi voglio parlare di un altro film francese di anni fa, un altro cult dal titolo famosissimo.
Mi riferisco a La mia droga si chiama Julie di François Truffaut.
Ecco la mia recensione:




 
La mia droga si chiama Julie (La Sirène du Mississipi) di François Truffaut del 1969. Con Jean-Paul Belmondo, Catherine Deneuve, Michel Bouquet, Nelly Borgeaud, Marcel Berbert, Yves Drouet. (94 min. ca.)
Louis Mahé (Belmondo) è un produttore di tabacco e ha una sua fabbrica nell'isola di Réunion. Ha una fitta corrispondenza con Julie Roussel (Deneuve), francese, che lo raggiunge in nave per poi sposarlo. Ma non è la vera Julie: ha preso il suo posto per scappare con i soldi del marito una volta avuto l'accesso al conto bancario. Le cose si faranno complicate. 














Tratto dal romanzo Vertigine senza fine di William Irish (da cui è stato tratto nel 2001 anche Original Sin) è un film thriller/drammatico molto interessante per la costruzione delle dinamiche. 
La vicenda ha continui colpi di scena, è imprevedibile. 
Peccato per il finale aperto e tirato via (almeno nella versione distribuita in Italia, che dura molto meno. 94 minuti a fronte dei 120 originari). Ben recitato (a volte un po' enfaticamente), con una Catherine Deneuve meravigliosa e un Jean-Paul Belmondo con la faccia da schiaffi, ben scritto (come sempre nella pellicole del regista, i personaggi sono intriganti, ambigui e molto caratterizzati) e ben girato, riesce ad intrattenere piacevolmente mantenendo un ritmo costante e teso. 
Un cult da vedere assolutamente. Consigliatissimo.


Voto: ****







Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

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