Mi riferisco a Lettera da una sconosciuta di Max Ophüls.
Ecco la recensione:
Lettera da una sconosciuta (Letter from an Unknown Woman) di Max
Ophüls del 1948. Con Joan Fontaine, Louis Jourdan. (86 min. ca.)
La storia di Lisa
Berndle (Fontaine), la quale, nella Vienna dei primi del '900, fin da
adolescente, ama - di nascosto - il pianista donnaiolo Stefan Brand
(Jourdan), tanto da negarsi ad altri ragazzi, arrivando anche a
rifiutare un buon matrimonio. Tempo dopo riesce ad avvicinarlo.
Iniziano a frequentarsi. L'amicizia iniziale si trasforma in amore (o
almeno così sembra), ma lui deve partire per Milano per sole due
settimane. Non tornerà più e lei non o cercherà nonostante abbia
avuto un figlio da lui. Anni dopo lo rivede e decide di troncare
bruscamente il matrimonio con un aristocratico. Mentre sta
riaccompagnando il figlio di dieci anni in collegio, salgono per
sbaglio nella carrozza messa in quarantena per un caso di tifo. Nel
frattempo Lisa riesce a parlarci ancora, questi la corteggia ma non
si ricorda bene di lei. La donna allora scappa. A Stefan arriverà
poco più tardi una lunga lettera da lei ormai morente (il figlio è
già deceduto) nella quale gli racconterà ogni cosa. Lui, dapprima
sconvolto dal dolore e poi commosso e allietato dalle belle parole,
si reca ad un duello con la pistola con Johann Stauffer, il marito di
Lisa.
Melò tratto dal racconto di Stefan Zweig. Elegante, sontuoso,
emozionante e molto molto ingenuo e in alcuni momenti paradossale
(Stefan che non si ricorda di Lisa: come può, dopo aver passato una
notte e molti giorni insieme?). Ma se si accettano alcune condizioni
e alcuni elementi oggi involontariamente ridicoli, ci si rende conto
dell'abilità di Ophüls nel dirigere una storia strappalacrime sulla
carta in un modo molto asciutto e diretto.
Privo di lungaggini, pieno
di ritmo e perfino di tensione nonostante la narrazione circolare (ma
forse è proprio per questo che viene voglia di sapere dove si va a
parare) - certamente il merito va anche al montaggio - dai movimenti
di macchina dolci e dalle riprese impeccabili sia negli interni che
negli esterni, con una stupenda fotografia in B/N con luci e ombre
perfette, è un piacere anche per gli occhi.
La Fontaine è graziosa
e davvero in parte (anche se la sottoscritta le preferisce la sorella
Olivia De Havilland), sofferente senza essere stucchevole. Lo stesso
Jourdan (che a dir la verità non fa niente di che ma ha una bella
faccia), anche se lui sembra un po' più distaccato. Lo struggimento
e la dedizione di Lisa per quest'uomo appare assurda ma è pur sempre
attuale e colpisce anche lo spettatore odierno. Un film malinconico,
dolce e inquietante per un certo verso - a causa dell'ambientazione
prevalentemente notturna che si presta all'umore dei protagonisti e
ai toni della vicenda.
Ottima pellicola da vedere obbligatoriamente
se si ama il genere e senza fare paragoni con i nostri giorni. E'
film di quei tempi, ispirato ad un certo tipo di letteratura: se
fosse diverso non avrebbe lo stesso fascino, la stessa suggestione,
non potrebbe esserci quella carica drammatica.
Cult a ragione.
Voto: ****
Il trailer:
Il film intero in lingua originale:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)
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