martedì 8 luglio 2014

CLASSICO da recuperare: La signora Miniver di William Wyler, patriottismo e propaganda per un film scritto, diretto e recitato benissimo (la meravigliosa Greer Garson ha anche vinto l'Oscar. Uno dei sei andati alla pellicola)

Oggi voglio parlarvi di un film molto famoso, un classico. E' una pellicola smaccatamente patriottica e propagandistica ma, se la si guarda con più distacco e soltanto cinematograficamente parlando, è una buonissima opera.
Mi riferisco a La signora Miniver del grande William Wyler.
Ecco la recensione:





La signora Miniver (Mrs. Miniver) di William Wyler del 1942. Con Greer Garson, Walter Pidgeon, Teresa Wright, Richard Ney, May Whitty, Reginald Owen, Henry Travers, Henry Wilcoxon. (134 min. ca.) 
Nel 1939, vicino a Londra, la famiglia benestante Miniver gestita dall'amabile, simpatica e affascinante Kay (Garson) - una rosa iscritta al concorso annuale prenderà il suo nome - che ha un marito, Clem, architetto (Pidgeon), due figli piccoli Judy e Toby e il più grande Vin (Ney) studente ad Oxford. La loro tranquillità verrà letteralmente scossa dall'inizio della guerra, con Vin che si arruola, Carol (Wright), la giovane sposa di lui che rimane uccisa durante un mitragliamento, e tutta la Nazione devastata dalle bombe. 
 


 































Film che coniuga commedia (all'inizio) e dramma (poi), realizzato benissimo e ricco di tensione. Da manuale la scena dei bombardamenti mentre Kay, Clem e i due bambini - con gatto al seguito - sono nascosti in un rifugio accanto alla loro abitazione; la scena della morte di Carol con Kay impotente o quando tutti rientrano nella casa distrutta dalle bombe). 





Tutto è girato con polso, la sceneggiatura (scritta a otto mani e vincitrice dell'ambita statuetta) è articolata e solida: le scene familiari sono credibili una volta tanto. Toby (Christopher Severn) è di una simpatia rara per l'epoca (a lui vengono lasciate delle battute taglienti, anche sulla guerra, pronunciate con innocenza e che per questo motivo centrano il bersaglio). 
Greer Garson è fantastica: luminosa, espressiva. Passa dal registro da commedia a quello drammatico con una facilità disarmante e non è mai patetica. Meritatissimo l'Oscar come Migliore Attrice Protagonista. Gli altri fanno il loro lavoro: brava la Whitty che interpreta la nonna di Carol, un po' sopravvalutata la Wright che per il suo ruolo ha vinto l'Oscar come Migliore Attrice Non Protagonista. 
Bellissima la fotografia (altro Oscar), curati e realistici gli ambienti, convincente e realistico anche il sonoro. 
E' una pellicola che nella semplicità e naturalezza ha i suoi punti di forza. 
Scade invece nel suo essere smaccatamente patriottico e propagandistico (piacque a Goebbels e a Roosvelt, tanto per capirci) e per questo risulta manierato e in qualche modo, anche se i personaggi riflettono sulla necessità o meno della guerra (ma alla fin fine dichiara che combattere è indispensabile e che perciò si deve resistere), manicheo (basti ascoltare le prediche del Pastore, Wilcoxon). 
D'altronde è un film del suo tempo: quando è stato distribuito (in Italia arrivò nel dopoguerra, precisamente nel 1948) mancavano ancora tre anni per la fine del conflitto. Si possono capire gli intenti, dunque (intrattenere e convincere e confortare il pubblico). 
Se lo si prende per com'è, invece, niente da dire: è una bellissima pellicola piena di ritmo, piacevole, mai noiosa e recitata benissimo (bello l'incipit). 
Vincitrice di altri due Premi Oscar come Miglior Film e Miglior Regia (meritati, non c'è che dire), è un cult da vedere assolutamente. Consigliatissimo. 
(Curiosità: la gara dei fiori con Lady Benton che lascia vincere a malincuore il suo avversario verrà ripresa nella serie inglese Downton Abbey e avrà come protagonista l'altezzosa ma simpaticissima Lady Violet interpretata da Maggie Smith). 


Voto: ***













Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)

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