Mi riferisco a Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson.
Ecco la recensione:
Il filo nascosto (Phantom Thread) di Paul Thomas Anderson del 2017. Con Daniel Day-Lewis, Lesley Manville, Vicky Krieps, Richard Graham, Camilla Rutherford. (130 min. ca.)
Londra, anni '50. Reynolds Woodcock (Day-Lewis) è uno stilista/sarto richiestissimo e adorato da tutte le donne. Meticoloso e pignolo, la sua vita verrà travolta dalla conoscenza di Alma (Krieps), una giovane cameriera che diventerà subito la sua modella di punta e la sua amante...
Film drammatico/sentimentale viscontiano per stile e forma. Estremamente elegante, affascinante e d'altri tempi.
È talmente evocativo e sinestetico che quasi si può sentire il profumo delle stoffe, l'odore degli ambienti.
I costumi, curati da Mark Bridges, sono impeccabili (vien voglia di indossarli), le scenografie sono altrettanto perfette e al servizo della storia, dei personaggi. La macchina da presa, con i suoi ispirati movimenti, sembra carezzare delicatamente lo spettatore rendendolo partecipe della vicenda, una storia di per sé non così complessa, ma originale nel modo in cui viene raccontata.
È un'opera così pacata - Anderson si prende tutto il tempo che gli serve -, così calma e al contempo così potente, da lasciare senza fiato. Il carattere dei protagonisti (importantissima anche la figura della sorella di lui, Cyril) si scopre poco a poco (lui è un tipo tutto d'un pezzo in realtà bisognoso d'amore e di cure, lei è solo in apparenza timidina: in verità è una donna forte e determinata, che sa dove vuole arrivare) e non possono che essere amati.
Una storia d'amore anticonvenzionale, un po' malata e poco sana, ma decisamente viscerale ed impulsiva, mostrata in tutte le sue forme e nella sua evoluzione.
Colpisce per l'ironia sottile: quella cattiveria che poi è una rivalsa per Alma, una sorta di vendetta. Lo stesso dicasi per Cyril, donna tagliente, schietta.
Gli attori sono magnifici: Daniel Day-Lewis (nominato all'Oscar per questo ruolo) come al solito vive il suo personaggio ed è così eccezionale che ogni parola in più sarebbe superflua. Anche sulla bravura di Lesley Manville (attrice feticcio di Mike Leigh) non si discute: è assolutamente ineccepibile nei panni della sorella (maggiore?) zitella (nomination all'Oscar meritatissima, anche se Allison Janney per I, Tonya* dovrebbe spuntarla). La sorpresa sta però in Vicky Krieps, vista in qualche ruolo piccolino: assolutamente in parte e di disarmante spontaneità anche nelle scene più difficili delle discussioni/confronti con Daniel Day-Lewis. Grande temperamento ed espressività (e ha quel fascino "imperfetto" che non guasta.
Un film ammaliante, romantico (nel senso più nobile del termine) e raffinatissimo, meraviglioso sia dal punto di vista tecnico e visivo (la composizione dell'immagine, l'utilizzo delle luci, la fotografia in sé sono qualcosa di suggestivo e lirico. Nonché la peculiare e vibrante colonna sonora), sia più semplicemente a livello emotivo, emozionale.
Ma non è una pellicola che prende alla pancia il pubblico, quanto al cuore. Soprattutto al cuore dei cinefili.
Paul Thomas Anderson ha dimostrato, una volta di più, di essere uno dei migliori - o forse il migliore - regista contemporaneo, realizzando un'opera (d'arte) che coinvolge e cattura - e rimane impressa nella mente - con garbo e, in un certo senso, brutalità. Morbida come i tessuti dei vestiti che fanno sfoggio le modelle e la protagonista, pungente come gli aghi adoperati da Reynolds.
Un vero capolavoro, senza esagerare.
Da vedere e rivedere (in lingua originale meglio ovviamente, per ascoltare i vari accenti). Consigliatissimo.
*Mia recensione
Voto: ****1/2/*****
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento