Mi riferisco a Barriere (Fences) di Denzel Washington.
Ecco la recensione:
Barriere (Fances) di
Denzel Washington del 2016. Con Denzel Washington, Viola Davis,
Mykelti Williamson, Saniyya Sidney, Russell Hornsby, Stephen
Henderson, Jovan Adepo, Toussaint Raphael Abessolo. (138 min. ca.)
Pittsburgh, anni
'50. Troy Maxson (Washington) è un padre di famiglia con un passato
tormentato da esperienze negative quali il carcere e una carriera di
baseball stroncata. La moglie Rose (Davis) gli sta sempre accanto
nonostante tutti i problemi con il figlio Cory (Adepo) e con il
fratello Gabe (Williamson), che è rimasto menomato durante la
guerra. L'equilibrio però finirà per spezzarsi...
Adattamento
cinematografico dell'opera teatrale omonima del 1983 di August Wilson
(che figura come sceneggiatore principale), vincitrice del Premio
Pulitzer per la drammaturgia.
Di impianto teatrale, la prima parte è
tutta ambientata soltanto tra casa e cortile ed è anche la più
solida, più piacevole, con dialoghi velocissimi, serrati che parlano
di distanze generazionali e di mentalità.
I movimenti di macchina
riescono a raggirare intelligentemente il rischio di una certa
staticità.
La seconda parte, che si sposta invece anche fuori dal
piccolo territorio dei Maxson, paradossalmente, è anche quella meno
convincente.
Non solo per la regia in sé, quanto per la
sceneggiatura meno incisiva, per i dialoghi più scarni, per le
situazioni finte, tirate via.
Il cast è composto totalmente da
attori di colore (unica concessione la foto di Kennedy incorniciata e
appesa vicino a quella di Martin Luther King), bravissimi per altro.
Denzel Washington stupisce. Molto istrionico, carismatico, almeno
inizialmente. Viola Davis è altrettanto espressiva e veramente
convincente, sempre all'inizio. E anche gli altri sono in gamba.
Purtroppo però, i difetti di cui sopra e i toni un po' più
drammatici e struggenti rendono troppo sopra le righe anche la
recitazione: troppo urlata, decisamente stucchevole.
Il finale è
altrettanto ad effetto senza però essere credibile. La prolissità e
il poco ritmo sono altri due problemi che si fanno sentire.
Un film
che è un mezzo passo falso. Sicuramente da non nominare come Miglior Film e neanche come Miglior Sceneggiatura Non Originale
(a teatro avrà funzionato bene, ma in questa versione no. Sarà
probabilmente anche colpa di Washington regista. Rimane il fatto che
qualcosa stride) all'Oscar.
La candidatura per Denzel Washington e
Viola Davis (che sicuramente vincerà la statuetta) sono meritate
fino ad un certo punto. Un vero peccato.
Da vedere per curiosità (e
in lingua originale, dato che l'accento è spiccatissimo e si
perderebbe quel fascino). Consigliato a metà e in vista degli Oscar,
per l'appunto.
Voto: **1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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