Mi riferisco a 28 giorni di Betty Thomas.
Ecco la recensione:
28 giorni (28 Days) di Betty Thomas del
2000. Con Sandra Bullock, Dominic West, Viggo Mortensen, Elizabeth
Perkins, Azura Skye, Steve Buscemi, Alan Tudyk, Mike O'Malley,
Marianne Jean-Baptiste, Reni Santoni, Diane Ladd, Margo Martindale.
(104 min. ca.)
Gwen (Bullock) è una giovane donna alcolizzata e dipendente da
farmaci che non vede il suo problema ma anzi si diverte insieme al
fidanzato Jasper (West) finché non rovina il matrimonio alla sorella
Lily (Perkins) e finisce con l'auto dentro una casa. A quel
punto viene costretta alla riabilitazione in un centro. Sulle prime
sarà diffidente, scontrosa, non accetterà la privazione delle sue
dipendenze e farà fatica a creare un legame con gli altri. Poi, poco
a poco riuscirà a migliorare, a cambiare stile di vita e il modo di
approcciarsi con le persone.
Film in bilico tra commedia e dramma
(quindi è una commedia drammatica) che racconta in modo semplice i
problemi di una persona problematica e sola affrontando, per
l'appunto, temi delicati con la giusta leggerezza.
Tende ad essere
superficiale in qualche dato che è un prodotto commerciale, rivolto
ad un grande pubblico, ma arriva al dunque pur utilizzando cliché e
tragedie dietro l'angolo.
Però il fatto che non ci sia un happy end
e si punti sulla redenzione della protagonista (troppo frettolosa e
facile a ben vedere) - che riesce a prendere in mano la sua esistenza
e ad accettarsi per quello che è - rende più piacevole e realistica
una trama che, negli ultimi venti minuti, diventa moscia, prevedibile e leggermente patetica (la sorella che tutto d'un
tratto va a trovarla quando invece poco tempo prima l'aveva insultata
pubblicamente).
La regia non è niente di eccezionale (i flashback
sono irritanti e servono solo a giustificare superficialmente gli errori di Gwen) ma
gli attori sono diretti bene e la Bullock non è male, sa donarsi nel
modo giusto, senza strafare. Viggo Mortensen fa poco e niente ed è
stranamente poco espressivo; Dominic West qui fa le prove per il
personaggio di McNulty della serie The Wire: anche lì
era alcolizzato e un po' spostato (anche se alla fin fine sensibile);
Elizabeth Perkins ha due scene madri piuttosto incolori. Steve
Buscemi è sempre in gamba; Diane Ladd quasi non si vede. Margo
Martindale è una brava caratterista (è un bene che sia stata
"riabilitata" con I segreti di Osage County* nel quale ha un ruolo chiave).
C'è anche la Jean-Baptiste, la figlia di Brenda Blethyn in Segreti e bugie*. Carina Azura Skye che è identica a Drew Barrymore e
fa una parte alla Drew Barrymore per l'appunto.
Pellicola che scorre
bene - sicuramente non un capolavoro - ma che non punta necessariamente
alla commozione quanto alla riflessione (seppur spicciola). Un prodotto medio senza pretese.
Da vedere
per curiosità, non fondamentale.
* Mie recensioni
Voto: **1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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