giovedì 2 ottobre 2014

Arlington Road - L'inganno di Mark Pellington, thriller complottistico/paranoico ad altissima tensione con due protagonisti eccezionali. Ricco di invenzioni, non riesce a destreggiarsi fra gli stereotipi che propone. Lodevole il finale amarissimo (ma un po' troppo tirato via)

Oggi vorrei parlarvi di un film molto interessante, passato in sordina all'epoca ma con tante invenzioni. Purtroppo il finale è tirato via (ma non troppo convenzionale) e qualcosa non torna ma merita di essere recuperato.
Mi sto riferendo a Arlington Road - L'inganno di Mark Pellington.
Ecco la recensione:





Arlington Road - L'inganno (Arlington Road) di Mark Pellington del 1999. Con Jeff Bridges, Tim Robbins, Joan Cusack, Hope Davis, Robert Gossett. (117 min. ca.)
Michael Faraday (Bridges) è un insegnante universitario di Storia a Washington, vive con il figlioletto di nove anni Grant e saltuariamente con la fidanzata Brooke (Hope) dopo la morte della moglie. Salvando da un brutto incidente (strano e apparentemente involontario) il figlio dei vicini, fa la conoscenza anche dei genitori del ragazzino: Oliver Lang (Robbins) e Cheryl (Cusack). Questi sembrano amichevoli e gentili, prendono anche sotto la loro ala Grant, ma presto Michael si accorgerà che Oliver nasconde dei segreti e non è un semplice costruttore. Infatti, questi ha cambiato nome e sembra coinvolto in azioni terroristiche. Lo smascheramento gli costerà caro e gli farà capire di essere anche lui invischiato nella vicenda. 






























Thriller complottistico, paranoico, avvicente e davvero intrigante.
Si vede che il regista arriva dai videoclip per l'uso della camera, per le inquadrature sbilenche, filtri e luci abbaglianti: effettoni che raggiungono lo scopo. La storia è interessante e coraggiosa (ispirata all'attentato di Oklaoma City del 1995). Infatti fa capire che gli attentati sono interni e coinvolgono americani: persone che si mettono a disposizione e lavorano per sabotare usando altra gente inconsapevole come pedine e collaboratori. 
Purtroppo però, se fino a metà la sceneggiatura era solida e plausibile (seppure l'uso di espedienti e colpi di scena da giallo anni '80 che fanno letteralmente saltare sulla poltrona), con il proseguire dei minuti la faccenda si fa troppo inverosimile, con il cattivone che tutto può e la povera vittima che non riesce a trovare aiuto ed anzi, peggiora sempre più la situazione. Jeff Bridges è bravissimo a fare l'uomo disperato e soggiogato: negli ultimi minuti rende benissimo l'allucinazione e la paura di una persona che non sa più come affrontare la tragedia imminente. Espressivo e in parte. Tim Robbins è altrettanto bravo a fare il subdolo e inquietante vicino. Joan Cusack è altrettanto ambigua e realmente spaventosa. Hope Davis fa il suo, è in parte. 
Tirando le somme ci si trova di fronte ad un prodotto non convenzionale che tuttavia non riesce a destreggiarsi fra stereotipi di genere e troppa carne sul fuoco. 
Un peccato perché la tensione è altissima e mette angoscia come pochi altri film. 
Lodevole (ma anche quello troppo tirato via) il finale amarissimo. 
Musica di Angelo Badalamenti invece abbastanza convenzionale. 
Da vedere per curiosità. Consigliato. 


Voto: **1/2







Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?










  

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