Oggi vi parlo di un film piuttosto pesantino come tematica ma assolutamente meritevole di essere conosciuto. Senza esagerare lo trovo un capolavoro.
Mi sto riferendo a Il sospetto del danese Thomas Vinterberg.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, contiene SPOILER]:
Il Sospetto (Jagten) di Thomas Vinterberg
del 2012. Con Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Annika Wedderkopp,
Lasse Fogelstrøm, Susse Wold, Anne Louise Hassing, Lars Ranthe,
Alexandra Rapaport. (115 min. ca.)
In Danimarca, Lucas, (Mikkelsen) insegnante in
una scuola materna, è un padre divorziato con un figlio. Al momento
vive da solo (con il suo fedele cane da caccia Fanny) e sta iniziando
ad avere una relazione, quando il mondo gli cade addosso: Klara, una
bambina della sua classe che ha una "cotta" per lui (lo
bacia sulla bocca anche, non vista da nessuno fatalità. Lui cerca
subito di ridimensionare la cosa, per il bene della bambina), si
inventa per "ripicca" (grazie a cose sentite dal fratello e
dagli amici di lui) di essere stata vittima di molestie. Lucas viene
allontanato dal lavoro, poi licenziato e accusato altre molestie (i
bambini vengono sicuramente imboccati dai genitori), arrestato,
pestato, abbandonato dagli amici. Gliene succedono di tutti i colori
e nonostante più volte Klara ammette di aver detto una bugia, viene
creduto da tutti un mostro. Le cose ad un certo punto andranno
meglio. O quasi.
Film acuto, tremendo e lucidissimo nell'analisi di
una situazione che può benissimo accadere, su un tema purtroppo
sempre attuale e spinoso. Il fatto che i bambini dicano sempre la
verità è un falso mito: i bambini possono mentire, magari credendo
di non fare del male. E gli stessi bambini sono manipolabili dai
genitori che credono di avere in mano la situazione che, ovviamente
vedono il marcio dappertutto. Detto così sembrerebbe che la
pellicola giustifichi certi atti. Ed invece no. Il punto è questo:
la società è talmente marcia, anzi, abbiamo negli occhi e nelle
orecchie talmente tanti fatti di cronaca spaventosi riguardanti i minori che alla prima parola si tende a credere senza indagare
davvero o partendo dal presupposto che l'adulto sia sempre colpevole.
Ricordiamoci: questo film tratta la storia di un innocente.
Il
sospetto è negli altri, nella comunità del posto, lo spettatore
invece sa benissimo (e ci mancherebbe, non poteva essere altrimenti: sarebbe stato frainteso) qual è la verità. Ecco perché guardandolo
si prova rabbia, angoscia, impotenza per questo povero uomo che
sembra finito in un vicolo cieco. Girato con polso (abbandonando lo stile del Dogma 95), magistrale nel
rappresentare gli eventi con tensione mai fine a se stessa, in modo
misurato, senza cadute di stile (a parte la scena del cane ammazzato
e che poi viene seppellito. Evitabile, anche se molto realistica e che ben rappresenta la distruzione degli affetti del protagonista per mano dei vecchi amici o chissà chi altro),
con una sceneggiatura perfetta, fotografia funzionale e con attori
bravissimi. Mikkelsen è stato eccezionale (ha vinto anche il premio
come Miglior interpretazione maschile a Cannes) - e la regia riesce a cogliere la disperazione nelle espressioni facciali e le restituisce a chi guarda - così come gli altri.
Annika Wedderkopp che interpreta Klara è stata bravissima a rendersi detestabile per la calunnia pronunciata (anche se alla
fine ci si accorgerà che era proprio una cosa innocente o pseudo
tale: una bugia detta e subito dimenticata).
Consigliatissimo. Da
vedere assolutamente. (Non ho visto tutti i nominati, ma tra questo
e La Grande Bellezza del nostro Paolo Sorrentino come Miglior Film Straniero sceglier non
saprei...)
Voto: ****1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)
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