venerdì 28 aprile 2017

Il cliente di Asghar Farhadi, film drammatico che parla di vendetta, perdono e di una coppia in crisi a causa di un avvenimento gravissimo. Coinvolgente, ben scritto, ben diretto e recitato divinamente. Vincitore dell'Oscar come "Miglior Film Straniero"

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film drammatico di un grande autore che ha fatto parlare prima e durante la cerimonia degli Oscar.
Mi riferisco a Il cliente di Asghar Farhadi.
Ecco la recensione:






Il cliente (Forushande) di Asghar Farhadi del 2016. Con Shahab Hosseini, Taraneh Alidoosti, Babak Karimi, Mehdi Koushki, Farid Sajjadi Hosseini, Emad Emami, Maral Bani Adam, Mina Sadati, Shirin Agkakashi, Ehteram Boroumand, Sam Valipour, Mojtaba Pirzadeh, Sahra Asadollahe. (125 min. ca.)
Emad Etesam (Hosseini) è un insegnate che si diletta come attore. Sta portando in scena infatti insieme alla moglie Raana (Alidoosti) Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller. Proprio una sera, mentre Emad è alle prove e la moglie si sta facendo la doccia nella nuova casa, affittata dopo il cedimento della palazzina nella quale vivevano, questa viene aggredita da qualcuno che le procura un taglio alla testa e, presumibilmente, abusa di lei. A quel punto lui vuole trovare il colpevole (che è scappato), lei invece cerca di accantonare l'accaduto. La coppia si incrinerà. 






Film drammatico vincitore meritatamente dell'Oscar come Miglior Film Straniero (tralasciando l'eco ricevuta per la polemica - sacrosanta - contro Trump e la simpatia mista a nostalgia di Vi presento Toni Erdmann*) e ispirato - come detto - all'opera di Arthur Miller, che riesce ad inquadrare bene non solo lo spaccato sociale iraniano (anche soltanto dalle varie inquadrature), bensì affronta delle tematiche universali (ed anche ben consolidate. Al cinema particolarmente). 
La storia in sé non è così originale: è la messa in scena ad esserlo. 
Il modo di narrare di Farhadi è sempre molto cadenzato e svela piano piano gli snodi della trama, lasciando degli indizi qua e là per poi riprenderli mano a mano. 
Ha uno sguardo acuto sulle cose, non gli sfugge nulla. Ogni elemento ha un suo perché ma è mostrato con sincerità e forza. 
La vicenda di per sé è terribile ed è interessante come venga trattata da personaggi di un'altra cultura, di come un'aggressione ad una donna venga vista male e metta ancora più a disagio la vittima, di come si può sentire il compagno e come si reagisca alla cosa. È una vera e propria umiliazione che scatena varie reazioni: vendetta e perdono. 
Giusto e sbagliato si fondono insieme (in alcuni momenti potrebbe ricordare Prisoners* di Villeneuve specialmente per alcune scene). 
La piega che prende nel finale è agghiacciante e dolorosissima. Chissà se il rapporto di coppia ritornerà come prima... 
Il cast è eccezionale. Shahab Hosseini è come sempre impeccabile: espressivo senza essere mai eccessivo (d'altronde il tipo di recitazione iraniana non è enfatica). Sembra vivere realmente quello che prova il personaggio, davvero molto credibile. Convincente anche Taraneh Alidoosti. Ottimo, anche se in un piccolo ruolo, Babak Karimi. Bravissimi tutti gli altri. 
Un film ambiguo, di impatto senza essere urlato, che offre parecchi spunti di riflessione e che coinvolge dall'inizio alla fine. 
Unica pecca il doppiaggio, ma si può soprassedere. 
Farhadi ha realizzato da qualche anno a questa parte una pellicola più bella dell'altra e si merita tutto il successo che sta avendo. 
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.

*Mie recensioni
Voto: ***1/2/****





Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento