Mi riferisco a Il cliente di Asghar Farhadi.
Ecco la recensione:
Il cliente (Forushande) di Asghar Farhadi del
2016. Con Shahab Hosseini, Taraneh Alidoosti, Babak Karimi, Mehdi
Koushki, Farid Sajjadi Hosseini, Emad Emami, Maral Bani Adam, Mina
Sadati, Shirin Agkakashi, Ehteram Boroumand, Sam Valipour, Mojtaba
Pirzadeh, Sahra Asadollahe. (125 min. ca.)
Emad Etesam (Hosseini) è un insegnate
che si diletta come attore. Sta portando in scena infatti insieme
alla moglie Raana (Alidoosti) Morte di un commesso viaggiatore
di Arthur Miller. Proprio una sera, mentre Emad è alle prove e la
moglie si sta facendo la doccia nella nuova casa, affittata dopo il
cedimento della palazzina nella quale vivevano, questa viene
aggredita da qualcuno che le procura un taglio alla testa e,
presumibilmente, abusa di lei. A quel punto lui vuole trovare il
colpevole (che è scappato), lei invece cerca di accantonare
l'accaduto. La coppia si incrinerà.
Film drammatico vincitore
meritatamente dell'Oscar come Miglior Film Straniero
(tralasciando l'eco ricevuta per la polemica - sacrosanta - contro
Trump e la simpatia mista a nostalgia di Vi presento Toni Erdmann*) e ispirato - come detto - all'opera di Arthur Miller,
che riesce ad inquadrare bene non solo lo spaccato sociale iraniano
(anche soltanto dalle varie inquadrature), bensì affronta delle
tematiche universali (ed anche ben consolidate. Al cinema
particolarmente).
La storia in sé non è così originale: è la
messa in scena ad esserlo.
Il modo di narrare di Farhadi è sempre
molto cadenzato e svela piano piano gli snodi della trama, lasciando
degli indizi qua e là per poi riprenderli mano a mano.
Ha uno
sguardo acuto sulle cose, non gli sfugge nulla. Ogni elemento ha un
suo perché ma è mostrato con sincerità e forza.
La vicenda di per
sé è terribile ed è interessante come venga trattata da personaggi
di un'altra cultura, di come un'aggressione ad una donna venga vista
male e metta ancora più a disagio la vittima, di come si può
sentire il compagno e come si reagisca alla cosa. È una vera e
propria umiliazione che scatena varie reazioni: vendetta e perdono.
Giusto e sbagliato si fondono insieme (in alcuni momenti potrebbe
ricordare Prisoners* di Villeneuve specialmente per alcune
scene).
La piega che prende nel finale è agghiacciante e
dolorosissima. Chissà se il rapporto di coppia ritornerà come
prima...
Il cast è eccezionale. Shahab Hosseini è come sempre
impeccabile: espressivo senza essere mai eccessivo (d'altronde il
tipo di recitazione iraniana non è enfatica). Sembra vivere
realmente quello che prova il personaggio, davvero molto credibile. Convincente anche Taraneh Alidoosti. Ottimo, anche se in un piccolo
ruolo, Babak Karimi. Bravissimi tutti gli altri.
Un film ambiguo, di
impatto senza essere urlato, che offre parecchi spunti di
riflessione e che coinvolge dall'inizio alla fine.
Unica pecca il doppiaggio, ma si può soprassedere.
Farhadi ha realizzato da qualche anno a questa parte una pellicola
più bella dell'altra e si merita tutto il successo che sta avendo.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
*Mie recensioni
Voto: ***1/2/****
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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