lunedì 24 aprile 2017

Certain Women di Kelly Reichardt, film drammatico su quattro donne del Montana. Incomunicabilità e solitudini raccontate con tempi dilatati e la tranquillità della vita quotidiana che scorre. Coraggioso e quasi sperimentale

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film indipendente che ha avuto poca promozione benché sia stato presentato in vari festival. Davvero particolare per i toni usati, il modo in cui è girato.
Mi riferisco a Certain Women di Kelly Reichardt.
Ecco la recensione:






Certain Women di Kelly Reichardt del 2016. Con Laura Dern, Kristen Stewart, Michelle Williams, Lily Gladstone, James LeGros, Jared Harris, René Auberjonois. (107 min. ca.)
Quattro donne cercano di trovare un proprio spazio nella vita grigia nel Montana. Laura Wells (Dern) è un avvocato alle prese con un cliente "insoddisfatto" (Harris). Gina Lewis (Williams) è una moglie altrettanto insoddisfatta che si appiglia alle poche cose che ha. Beth Travis (Stewart) è una studentessa di legge e insegnante molto insicura sul suo percorso. Jamie (Gladstone) si prende cura di un ranch nel periodo invernale ed instaura (o almeno così crede) un rapporto particolare con Beth. Tutti i personaggi femminili in qualche modo sono collegati tra loro. 












Film drammatico, basato su un racconto di Maile Meloy, molto particolare. 
Si prende tutto il tempo necessario per raccontare la vita quotidiana di queste persone, per raccontare uno scorcio delle loro esistenze. Con calma, tranquillità, con tempi dilatati. 
Apparentemente non succede nulla, eppure succede tutto, come nella realtà. Il fascino di quest'opera sta nello sguardo sul lavoro routinario: la regista coglie infatti questa ripetitività, questa normalità, riprendendo le azioni mentre avvengono (come se le osservasse. O lo spettatore stesso ne fosse testimone), compresi i momenti morti. 
Un qui ed ora romanzato però, con attori che interpretano determinati ruoli. 
Grande importanza hanno il non detto, gli sguardi, gli elementi che solitamente passerebbero inosservati. 
Le inquadrature ferme, la scelta di varie angolazioni o di una certa composizione dell'immagine, sottolineano questo senso di immediato, di verità. 
Ma per contro, riesce anche a raccontare la solitudine, la vita misera di questi protagonisti che paiono essere connessi, ma che in realtà non lo sono mai. Emblematico il rapporto tra Beth e Jemie. La ranchera crede di poter instaurare una sorta di relazione con questa giovane, invece quest'ultima rimane totalmente indifferente, impassibile. Fraintendimenti, incomunicabilità, proiezioni mentali che ci accadono continuamente ma che raramente vengono mostrate con queste modalità e con questi toni al cinema. Sì, perché le emozioni non sono mai gridate, semmai soffocate, sottili e sono presenti pochi dialoghi. Un film di atmosfere e di sensazioni, che vive di silenzi e di spazi tra le parole (non sorprende che tra i produttori figuri anche Todd Haynes, il quale, a parte per le tematiche e per il suo essere un autore indipendente - oltre per il fatto di essere amico della Reichardt -, è uno dei registi contemporanei che sanno giocare meglio con questi elementi. Vedasi Carol*). 
Coraggioso, realistico, scarno, amaro e delicato, con un cast ricchissimo e all'altezza (tutti gli attori sono in gamba, nessuno escluso) che va di sottrazione. 
Stupisce, spiazza, disorienta eppure coinvolge e risulta incisivo. 
Una vera e propria esperienza anche per mettere alla prova le proprie percezioni e la propria capacità di empatizzare per dei personaggi così sfuggenti. 
Sicuramente non adatto a chi vuole azione, emozioni forti e velocità. 
Da vedere. Consigliatissimo.

*Mia recensione
Voto: ***1/2






Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











  
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