Mi riferisco a The Gift di Sam Raimi.
Ecco la recensione:
The Gift di Sam Raimi del 2000.
Con Cate Blanchett, Keanu Reeves, Giovanni Ribisi, Hilary Swank, Greg
Kinnear, Katie Holmes, Michael Jeter, Kim Dickens, Gary Cole, J. K.
Simmons, Chelcie Ross, Rosemary Harris, Janelle McLeod. (111 min. ca.)
Georgia. La
giovane vedova e madre di tre figli Annie Wilson (Blanchett), è
anche una persona con il dono di vedere nel futuro attraverso le
carte. Così, si troverà ad aiutare la polizia nell'omicidio di
Jessica King (Holmes), fidanzata e quasi sposa di Wayne Collins
(Kinnear), preside della scuola elementare dei suoi figli. Il primo
sospettato è Donnie Barksdale (Reaves), marito violento di Valerie
(Swank), che frequenta spesso per consigli e previsioni la casa di
Annie e che l'ha anche minacciata più volte per questo. Inoltre, nel
suo quartiere c'è Buddy Cole (Ribisi), un ragazzo disturbato vittima
degli abusi da parte del padre in tenera età. Annie si sentirà
minacciata (le sue visioni le stanno dicendo qualcosa).
Film a metà
strada ta il thriller paranormale e l'horror che per i toni, il ritmo, i risvolti della trama
e molte scene, si avvicina molto a Le verità nascoste di
Robert Zemeckis (sempre dello stesso anno, tra l'altro).
Scritto da
Tom Epperson e Billy Bob Thornton (il quale si è ispirato alla sua
esperienza personale: sua madre infatti aveva dei poteri
extrasensoriali), è una pellicola ad alta tensione, che si presenta
come un dramma, ma che esplode con delle immagini lampo che fanno
letteralmente balzare sulla sedia lo spettatore. Gli effetti speciali
e sonori infatti sono impeccabili e striscianti e tengono in continuo
allarme. Il montaggio perfetto e una regia apparentemente sottotono e
invisibile fanno il resto.
Cast ricchissimo. La carta vincente (mi si
passi il gioco di parole) è però, come spesso succede, la
protagonista Cate Blanchett che fornisce un'interpretazione molto
interiorizzata, molto sofferta. I suoi occhi parlano da soli, la sua
espressività mai eccessiva ma sempre calibrata, riescono a dare vita
ad un personaggio buono che, per i suoi poteri, sa anche spaventare.
Quel senso di inquietudine e arrendevolezza sono resi con tutte le
fibre del suo corpo. Una prova impeccabile, sottile, che si stacca
dai doliti stereotipi perché ricca di sfumature, complessa (certo,
la bravura è anche nella caratterizzazione datale). L'accento
georgiano perfetto fa dimenticare le sue origini australiane.
Giovanni Ribisi - che si ritroverà a lavorare con la Blanchett due
anni dopo in Heaven* - è sempre credibile nei ruoli da
allucinato e disturbato: pauroso è dir poco. Keanu Reeves ha una
parte minacciosa, ma lui sembra dargli poca incisività, risultando
poco convincente. Greg Kinnear è un ottimo ambiguo (ha
un'espressività facciale spiccata). Hilary Swank un po' sottotono.
Katie Holmes è in parte nel ruolo della fidanzatina non troppo
seria. Poche scene ma apprezzabili per Gary Cole, J. K. Simmons e Kim
Dickens.
Un film di puro intrattenimento, ben realizzato e ben
costruito, ma forse un po' troppo telefonato e prevedibile. Si
capisce subito dove vuole andare a parare.
Interessanti invece
l'ambientazione (i posti con i fiumi nel Sud degli Stati Uniti sono
sempre suggestivi e ottimi per inserirci elementi oscuri e
assassinii), gli attori e la regia. Inoltre alcune scene sono davvero
toccanti e riuscite - quella finale ad esempio - e non abbonda di
effetti speciali (la suspense aleggia, si percepisce comunque) o di
musica invadente.
Un thriller/horror a metà strada tra il classico e
il moderno con qualche ingenuità di fondo.
In ogni caso è da
vedere. Consigliato.
*Mia recensione
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