domenica 22 maggio 2016

Fine di una storia di Neil Jordan, melodramma sentimentale di classe, sensuale e passionale. Realizzato benissimo, in modo originale pur avendo un impianto classico. Con due protagonisti perfetti: la coppia Moore-Fiennes

Oggi vi voglio parlare di un film di parecchi anni fa ormai. Un film sentimentale di classe, molto passionale, diretto con gusto e con due protagonisti perfetti.
Mi riferisco a Fine di una storia di Neil Jordan.
Ecco la recensione:





Fine di una storia (The End of the Affair) di Neil Jordan del 1999. Con Ralph Fiennes, Julianne Moore, Stephen Rea, Ian Hart, Jason Isaacs, James Bolam, Samuel Bould. Inghilterra, 1946. Lo scrittore Maurice Bendrix (Fiennes) e Sarah Miles (Moore), sposata con Henry (Rea), durante la guerra hanno una breve relazione, terminata dopo un incidente occorso a Maurice, avendo Sarah giurato pregando Dio, che se l'avesse fatto sopravvivere, non l'avrebbe mai più rivisto. Mantiene la promessa. Ma due anni dopo Maurice aiuta Henry a ingaggiare un detective privato per spiare le scappatelle di Sarah e così le si riavvicina... 

















Melodramma sentimentale tratto dal romanzo omonimo di Graham Greene. 
Gelosia, fede e miracoli in un intrigo ambiguo. 
Erotico, sensuale, passionale ma elegantissimo, ha un fascino particolare. 
E sono piuttosto singolari, nonostante l'impianto classico dell'opera, la messa in scena e l'uso intelligente del montaggio con continui flashback e flashforward che conferiscono una maggiore complessità alla vicenda. 
Anche il fatto di soffermarsi all'inizio sul punto di vista di lui (che scrive a macchina) e, successivamente, sul punto di vista di lei (Maurice legge il diario della donna, passatogli dall'investigatore). 
Tutto ciò sicuramente alza il livello di una storia che appare fin da subito piuttosto telefonata. 
Le scenografie, la fotografia avvolgente, l'epoca in cui è ambientato, i costumi di Sandy Powell (tra l'altro la Moore indossa più o meno gli stessi orecchini di Cate Blanchett in Carol*. Non è un caso, probabilmente, dato che Sandy Powell ne è la costumista) fanno il resto. E, ovviamente, gli attori. 
Julianne Moore è conturbante, di classe e di una bellezza d'altri tempi e riesce a interpretare con dignità un personaggio piuttosto bidimensionale senza risultare una macchietta, ma anzi, arricchendolo. Impeccabile come al solito. Stessa cosa vale per Ralph Fiennes, sempre così tormentato e inquieto. Anche lui offre una prova sottile. Stephen Rea è perfetto nel ruolo del marito tradito e rassegnato. 
Jordan è riuscito a dirigere con polso senza usare troppi sotterfugi e ricatti emotivi. Certo, un po' patetico lo è, ma è per via della situazione da romanzo d'amore e per i personaggi che agiscono di conseguenza: era inevitabile, da mettere in conto. 
Eppure si sente la volontà di andare oltre gli stereotipi, di sublimare una vicenda che, agli occhi dello spettatore, poteva risultare perfino paradossale. Con abilità, ci riesce, donandogli contegno e dignità. Ottima anche la colonna sonora di Michael Nyman che colpisce immediatamente fin dai titoli di testa. 
Un film malinconico, triste, romantico (certe scene sono meravigliose, ad esempio quella in cui il protagonista immagina di baciare Sarah tenendola sotto l'impermeabile trovando riparo dalla pioggia). Nel suo genere è una perla. 
Da vedere (quando si è in vena). Consigliato. 


*Mia recensione 
Voto: ***1/2






Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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