Mi riferisco a Paranoid Park di Gus Van Sant.
Ecco la recensione:
Paranoid Park di Gus Van Sant del
2007. Con Gabe Nevins, Daniel Liu, Taylor Momsen, Jake Miller, Lauren
McKinney, Winfield Jackson, Joe Schweitzer, Grace Carter, Scott
Patrick Green, John Michael Burrowes, Jay 'Smay' Williamson, Dillon
Hines, Emma Nevins, Brad Peterson, Emily Galash. (85 min. ca.)
Portland, Oregon.
Alex (Nevins), è un normale e taciturno sedicenne con la passione
per lo skatebord. Passione che lo porterà a frequentare la malfamata
zona del Paranoid Park. Una notte, accidentalmente, farà finire una
guardia (Burrowes) tra i binari del treno, procurandogli una
violentissima morte. A quel punto, Alex, preso dai sensi di colpa
inconfessabili - anche a causa del detective Lu (Liu) che sta
mettendo sotto torchio sia lui che un gruppetto dei suoi compagni di
scuola -, finirà per mettere per iscritto la storia, come
consigliato da Macy (McKinney), un'amica che ci ha visto lungo.
Dramma - tratto dal romanzo omonimo di Blake Nelson - che utilizza
l'espediente della presunta morte per omicidio per poter parlare
d'altro.
Quello che interessa veramente è indagare su Alex come
persona, come ragazzo medio e mostrare i suoi tormenti (il fatto
accaduto influenza forse anche il rapporto con la sua ragazza,
Momsen), il suo piccolo mondo.
La struttura narrativa frammentaria
con continui flashback e flashforward, viene esaltata dal montaggio e
dalle riprese talvolta fuori fuoco (come se si entrasse nella mente
confusa e immatura di un sedicenne, per l'appunto). Gus Van Sant (che
ne è anche lo sceneggiatore. E si percepisce) sa davvero cosa dire e
come dirlo, senza perdersi in prolissità o elementi superflui.
Gli
attori sono perfettamente in parte. Soprattutto il protagonista Gabe
Nevins, dallo sguardo vacuo e perso, simbolo di una generazione che
non sa prendersi le proprie responsabilità e tormentata da problemi
familiari. Il disagio giovanile è - purtroppo - la normalità.
Molti i momenti intensi (la chiacchierata privata con il
detective o quella altrettanto subdola con l'amica Macy).
Di impatto
(quasi splatter) l'immagine del tizio tagliato in due che riappare
nell'immaginazione di Alex. In alcune scene vengono utilizzati alcuni
brani di Nino Rota (la colonna sonora è tutta bella, essendoci poi
Elliott Smith).
Un film apparentemente semplice dalla costruzione
invece complessa, che riesce a scandagliare le emozioni, le sensazioni del
protagonista senza pietismo.
Ermetico, davvero particolare. Van Sant
è sempre fuori dagli schemi. (Aveva vinto il Premio Speciale al 60°
Festival di Cannes).
Da vedere. Consigliato.
Voto: ***1/2
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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