lunedì 23 maggio 2016

Paradise Road di Bruce Beresford, film drammatico ambientato in un campo di prigionia giapponese. Duro, violentissimo, con qualche eccesso di leziosità. Ottimo il cast con a capo una dimessa Glenn Close

Oggi vi voglio parlare di un film di abbastanza anni fa ormai. Un film basato su una storia vera accaduta nella seconda guerra mondiale. Interessante ma non del tutto riuscito.
Mi riferisco a Paradise Road di Bruce Beresford.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, immagini SPOILER]:





Paradise Road di Bruce Beresford del 1997. Con Glenn Close, Cate Blanchett, Frances McDormand, Pauline Collins, Julianna Margulies, Elizabeth Spriggs. (116 min. ca.)
1942. Una nave in quel di Singapore viene affondata dall'attacco dei giapponesi. Le donne e i bambini superstiti vengono trasferiti a Sumatra in un campo di prigionia. Tra di loro c'è la ricca Adrienne Pargiter (Close); Susan McCarthy (Blanchett), una volontaria della croce rossa; un'altra ricca Imogene Roberts (Spriggs), con cagnolino e figlia al seguito; la dottoressa tedesca Dr. Verstak (McDormand). Proprio Adrienne, che aveva studiato violino al conservatorio, decide di mettere in piedi un coro ed eseguire qualche pezzo di musica classica. Ad ogni modo dovranno affrontare violenze, punizioni e morti di stenti e malattia. Solo nel 1945 avranno la libertà. 












Film drammatico tratto dalle memorie delle vere sopravvissute (i brani eseguiti sono basati sugli spartiti conservati fino ad oggi). 
Intenso, straziante, dolentissimo, crudo. 
Messo in scena con qualche pedanteria e usando parecchi colpi bassi, ciò che colpisce sicuramente è il lavoro degli attori (anche dei giapponesi). 
Le protagoniste sono emaciate, sofferenti, sfinite, sporchissime (il trucco è perfetto), tanto che, quando arrivano le scene più violente e difficili da sopportare, lo spettatore si sente realmente coinvolto ed emotivamente vicino a loro. Tutte sono fantastiche. 
Glenn Close si spoglia dai suoi soliti ruoli sofisticati e da mangiauomini (che fino ad allora avevano caratterizzato la sua carriera) per buttarsi nella una parte di una donna che riscopre i veri valori. Interpretazione sentita ed impeccabile, realmente commovente. Cate Blanchett, nel ruolo dell'australiana che non riesce a tenere la bocca chiusa - per via del suo temperamento e senso dell'umorismo inappropriato per il posto in cui si trova, ovviamente - è al suo vero primo ruolo importante e già dimostra di non essere al di sotto delle altre, di avere quel carisma innato che la contraddistingue. Un'interpretazione piacevole e "importante" (a lei è affidata una delle scene più terribili dell'intera pellicola, da far star male, da togliere il fiato per la tensione). Ottima e relativamente detestabile Frances McDormand che dà vita ad un personaggio non semplice, con la solita bravura incontestabile e l'accento tedesco. Brave anche le spalle Pauline Collins, Julianna Margulies ed Elizabeth Spriggs. 
Un film dal ritmo in crescendo, in un'escalation di brutalità e sofferenza che non molla per un secondo lo spettatore e che si concede - fortunatamente - qualche momento di tenerezza e di solidarietà, nonché, purtroppo, una gran dose di leziosità (anche nella scrittura, nei toni adoperati, nel tipo di narrazione) che potrebbe far storcere il naso. 
Comunque ha una buona resa, fa conoscere una parte di storia di cui si parla poco. 
Scuote, angoscia, ma coinvolge. 
Da vedere. Consigliato. 


Voto: **1/2/***






Il trailer:





Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?










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