Mi riferisco a Mistress America di Noah Baumbach.
Ecco la recensione:
Mistress America di Noah Baumbach
del 2015. Con Greta Gerwig, Lola Kirke, Heather Lind, Cindy Cheung,
Jasmine Cephas Jones, Matthew Shear, Kathryn Erbe, Michael Chernus.
(84 min. ca.)
Tracy Fishko (Kirke) è una giovane al primo anno di Università a
New York che finisce per conoscere Brooke Cardinas (Kirke), una
trentenne molto particolare ed esuberante, che dovrebbe diventare di
lì a poco la sua sorellastra (per il matrimonio dei loro rispettivi
genitori).
Commedia che vede confermarsi il fruttuoso sodalizio
Baumbach-Gerwig (quest'ultima anche stavolta, come nel meraviglioso Frances Ha*, ha collaborato nella sceneggiatura. Ed è una dei produttori).
Montaggio serrato in simbiosi con i dialoghi velocissimi e taglienti
(la scena al bar con Brooke e la vecchia compagna di scuola che si
insultano è emblematica). Le battute sono divertenti e
intelligentissime (troppe da citare).
Questa volta c'è meno Nouvelle
Vague, non è presente il B/N della fotografia, ma c'è comunque il
tocco leggero e stravagante del regista, nonché l'espressività
della Gerwig. In realtà la protagonista sarebbe la Kirke (che un
po', non a caso, le assomiglia), però ben presto l'altra le ruba la
scena, pur essendoci dei bei botta e risposta, finendo quasi in
parità. Greta Gerwig è per l'appunto sempre bizzarra, goffa ma al
contempo brillante, esattamente come la sua Brooke. Davvero
un'attrice adorabile. Anche la Kirke non è da meno, anche se più
legnosetta. Bravi gli altri, anche se - forse anche questo è voluto
- un po' incolori.
Girato benissimo e scritto altrettanto, è un film
ironico, cinico e amarissimo che sfodera delle acutissime riflessioni
sulla vita dei trentenni (sostanzialmente dei falliti con dei grandi
sogni), delle loro illusioni e disillusioni ed crea un confronto con
le nuove generazioni.
Il tutto con una sorprendente lucidità mista
al demenziale. Tante le situazioni assurde, quasi nonsense. Qualche
difetto: forse non ha la stessa incisività e lo stesso calore del
suddetto Frances Ha, che si snodava meglio, aveva una
storia più coinvolgente e faceva provare più empatia nei confronti
dei personaggi. Inoltre in alcuni punti (a casa degli "amici"
di Brooke in particolare) si fa fatica a seguire i dialoghi dato che
tutti si parlano addosso.
Poco male comunque se il risultato è
un'opera originale - davvero diversa dal solito - e fresca,
decisamente fuori dagli schemi.
Da vedere. Consigliatissimo.
*Mia recensione
Voto: ***/***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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