sabato 21 maggio 2016

Garage Olimpo di Marco Bechis, film drammatico che parla della straziante fine che, dal 1976 al 1982, faceva chi si opponeva al regime militare argentino. Straziante, durissimo, dallo stile asciutto ed essenziale. Un gioiello

Oggi vi voglio parlare di un film di qualche anno fa ormai. Un film drammatico e davvero difficiele da digerire ma necessario per far conoscere una parte di storia.
Mi riferisco a Garage Olimpo di Marco Bechis.
Ecco la recensione:





Garage Olimpo di Marco Bechis del 1999. Con Antonella Costa, Carlos Echevarría, Enrique Piñeyro, Pablo Razuk, Dominique Sanda, Chiara Caselli, Paola Bechis, Miguel Oliveira, Marcelo Chaparro, Ruy Krieger, Adrian Fondari, Érica Rivas. (98 min. ca.)
Maria (Costa) è una diciottenne militante in un'organizzazione clandestina contro il regime militare argentino, che, per l'appunto, viene arrestata da dei militari in borghese e portata in un palazzo fatiscente chiamato "Garage Olimpo" dove viene torturata (anche mediante scosse elettriche). Uno dei torturatori è Felix (Echevarría), un ragazzo che viveva a casa sua (dato che la madre di Maria aveva affittato delle stanze) e segretamente innamorato di lei. Inizierà un rapporto conflittuale e Felix, pur essendo affezionato alla ragazza, non potrà cambiare il destino già scritto di Maria. Ed intanto c'è chi pensa a mettere una bomba in casa del militare a capo degli arresti. 












Dramma basato purtroppo su fatti realmente accaduti tra il 1976 e il 1982 a quelle povere vittime - conosciute come desaparecidos - gettate in mare o sepolte in qualche campo adibito adesso a chissà cosa.
Durissimo, crudo, spietato e senza speranza, è un film che logora e strazia lo spettatore che segue inerme la vicenda, continuando a sperare fino all'ultimo in un lieto fine. 
La regia asciutta ed essenziale accentua quel senso di realismo e quella durezza tagliente e glaciale. L'ambientazione è perfetta, mette i brividi: un vero mattatoio - o meglio, campo di concentramento - più che un carcere. 
Gli attori sono molto convincenti: i due protagonisti offrono una prova struggente e sentita, rimanendo comunque molto naturali. Bravi anche gli altri. C'è anche Chiara Caselli nel piccolo ruolo di Ana, l'attentatrice. 
Il regista italo-argentino sa cosa dire e come dirlo e si focalizza su Maria che diventa il simbolo, il pretesto per poter parlare di quanto accaduto. 
Certo, qualche passaggio non è proprio chiaro (ogni tanto quell'essenzialità pare asciugare fin troppo la vicenda), ma si riscatta con la messa in scena. 
Un film di per sé importante per l'aver raccontato un pezzo di storia a molti quasi sconosciuta. Inquietante, tristissimo, sfibrante, un vero pugno allo stomaco. 
Da vedere (quando si è dell'umore giusto). Consigliatissimo. 


Voto: ***1/2








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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