Mi riferisco a Garage Olimpo di Marco Bechis.
Ecco la recensione:
Garage Olimpo di Marco Bechis del
1999. Con Antonella Costa, Carlos Echevarría, Enrique Piñeyro,
Pablo Razuk, Dominique Sanda, Chiara Caselli, Paola Bechis, Miguel
Oliveira, Marcelo Chaparro, Ruy Krieger, Adrian Fondari, Érica
Rivas. (98 min. ca.)
Maria (Costa) è una diciottenne militante in
un'organizzazione clandestina contro il regime militare argentino,
che, per l'appunto, viene arrestata da dei militari in borghese e
portata in un palazzo fatiscente chiamato "Garage Olimpo"
dove viene torturata (anche mediante scosse elettriche). Uno dei
torturatori è Felix (Echevarría), un ragazzo che viveva a casa sua
(dato che la madre di Maria aveva affittato delle stanze) e
segretamente innamorato di lei. Inizierà un rapporto conflittuale e
Felix, pur essendo affezionato alla ragazza, non potrà cambiare il
destino già scritto di Maria. Ed intanto c'è chi pensa a mettere
una bomba in casa del militare a capo degli arresti.
Dramma
basato purtroppo su fatti realmente accaduti tra il 1976 e il 1982 a
quelle povere vittime - conosciute come desaparecidos - gettate in mare o
sepolte in qualche campo adibito adesso a chissà cosa.
Durissimo, crudo, spietato e senza speranza, è un film che logora e strazia lo spettatore che segue inerme la vicenda, continuando a sperare fino all'ultimo in un lieto fine.
Durissimo, crudo, spietato e senza speranza, è un film che logora e strazia lo spettatore che segue inerme la vicenda, continuando a sperare fino all'ultimo in un lieto fine.
La regia asciutta ed essenziale accentua
quel senso di realismo e quella durezza tagliente e glaciale.
L'ambientazione è perfetta, mette i brividi: un vero mattatoio - o
meglio, campo di concentramento - più che un carcere.
Gli attori
sono molto convincenti: i due protagonisti offrono una prova
struggente e sentita, rimanendo comunque molto naturali. Bravi anche
gli altri. C'è anche Chiara Caselli nel piccolo ruolo di Ana,
l'attentatrice.
Il regista italo-argentino sa cosa dire e come dirlo e si focalizza su Maria che diventa il simbolo, il pretesto per poter parlare di quanto accaduto.
Certo, qualche passaggio non è proprio chiaro (ogni tanto
quell'essenzialità pare asciugare fin troppo la vicenda), ma si
riscatta con la messa in scena.
Un film di per sé importante per
l'aver raccontato un pezzo di storia a molti quasi sconosciuta.
Inquietante, tristissimo, sfibrante, un vero pugno allo stomaco.
Da
vedere (quando si è dell'umore giusto). Consigliatissimo.
Voto: ***1/2
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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