martedì 10 maggio 2016

Caccia alla volpe di Vittorio De Sica, commedia e sorta di parodia dei polizieschi. Un film strampalato, grossolano, poco divertente, con un Peter Sellers sottotono. Gran parte del cast italiano (che recita in inglese). Una delusione

Oggi vi voglio parlare di un film di molti anni fa. Un film diretto da un regista italiano ma girato in inglese. Un film molto deludente.
Mi riferisco a Caccia alla volpe di Vittorio De Sica.
Ecco la recensione:





Caccia alla volpe (After the Fox) di Vittorio De Sica del 1966. Con Peter Sellers, Victor Mature, Britt Ekland, Martin Balsam, Akim Tamiroff, Paolo Stoppa, Tino Buazzelli, Mac Ronay, Lydia Brazzi, Lando Buzzanca, Maria Grazia Buccella, Maurice Denham, Carlo Delle Piane, Vittorio De Sica, Enrico Luzi, Marcella Rovena, Enzo Fiermonte, Carlo Croccolo, Daniele Vargas, Mimmo Poli, Nino Vingelli, Roberto De Simone, Carlo Pisacane, Giustino Durano, Franco Sportelli, Tiberio Murgia. Umbria. (103 min. ca.)
Aldo Vanucci (Sellers), famosissimo ladro soprannominato "la volpe", scappa di galera e va a Roma per strappare la sorella (Ekland) dalla "strada" (in realtà vuole fare l'attrice), ma soprattutto per intercettare un carico di lingotti d'oro su commissione del ladro egiziano Okra (Tamiroff). Per riuscire nell'intento decide di spacciarsi per il fantomatico regista Federico Fabrizi. Non tutto andrà come previsto. 













Commedia degli equivoci e sorta di parodia/farsa dei polizieschi che gira intorno alla capacità di "travestimento" e mimetismo di Peter Sellers. 
Ma, nonostante l'impegno messoci e qualcosa - almeno all'inizio - funzioni, neanche lui riesce a risollevarne le sorti. Anche il bravo Victor Mature (che pure ha il pregio di prendersi molto in giro) è sprecato. Non parliamo di Martin Balsam o Alim Tamiroff e tutti i grandi attori attori italiani (è quasi tutto italiano il cast), i quali, purtroppo, finiscono per cadere nel ridicolo sfoderando una recitazione caricata e troppo sopra le righe. 
I toni e le gag à la Blake Edwards (per niente Sellers è il protagonista) sono sgonfie, le battute fanno sorridere solo qualche volta perché non sottolineate come si deve, non sufficientemente incisive. Potrebbe ricordare un'altra pellicola pessima dell'anno precedente, ossia A braccia aperte* di J. Lee Thompson con Shirley MacLaine e Peter Ustinov coinvolti in situazioni imbarazzanti. 
Quel che dispiace è che qui il soggetto sia di Neil Simon che ne ha anche curato la sceneggiatura insieme a Cesare Zavattini e soprattutto che la regia sia di Vittorio De Sica (che compare in un cameo nel ruolo di se stesso). 
Eppure il risultato è un mischione demenziale e grossolano che non diverte, manca di ritmo e diventa mano a mano sempre più insopportabile ed estenuante. 
L'unica cosa simpatica è che, se lo si guarda in lingua originale, si possono sentire le varie interazioni del cast con i nostri che parlano in inglese e Peter Sellers - e ogni tanto anche il resto degli attori - che pronuncia qualche parola di italiano. Il resto è poca cosa e il finale, banalissimo, arriva senza colpo ferire. 
Un film strampalato, senza brio, scolorito, che probabilmente a quei tempi poteva sembrare chissà che trovata e che novità essendo poi una co-produzione Italia-USA-Inghilterra, ma che oggi risulta datato e ingenuo. 
Un dispiego enorme di energie per nulla: neanche la colonna sonora firmata da Burt Bacharach e la relativa canzone di apertura (come si usava all'epoca) After the Fox sono memorabili. 
Da vedere solo per curiosità, altrimenti sconsigliato.

*Mia recensione
Voto: ** (E sono buona)








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento