Mi riferisco a Laurence Anyways di Xavier Dolan.
Ecco la recensione:
Laurence Anyways di Xavier Dolan
del 2012. Con Melvil Poupaud, Suzanne Clément, Nathalie Baye, Monia
Chokri, Susan Almgren, Yves Jacques. (158 min. ca.)
Montréal, Canada, 1989.
Laurence Alia (Poupaud) è un insegnante di letteratura in un liceo e
scrittore esordiente. Il giorno del suo trentasettesimo compleanno
rivela alla sua compagna Fred Belair (Clément) di voler diventare
donna. Per Fred è come un fulmine a ciel sereno e non sa più come
comportarsi: un po' accetta la situazione e un po' no. Un po' detesta
Laurence, un po' lo colpevolizza addirittura. L'amore per lui però è
sempre forte. Ma è un amore che passerà varie fasi (anche di
separazione). In più Laurence deve confrontarsi con il resto del
mondo e degli affetti (la madre - Baye - in primis). Sarà una sfida
continua.
Film drammatico che affronta una tematica molto delicata (e
simile a quella portata sullo schermo più recentemente da Tom Hooper
con The Danish Girl*) con creatività e il giusto sguardo.
Uno sguardo non pietistico.
Senza essere patinato e finto, riesce a
ricostruire - a partire dagli ambienti - una dimensione pop, quasi
sospesa dalla realtà (già l'inizio pare molto bizzarro, quasi
confuso). È
pieno di invenzioni registiche e di montaggio (dello
stesso Dolan, che ha curato tra l'altro anche la creazione dei
costumi nonché la sceneggiatura) e di trovate visive di impatto - e
inaspettate, spiazzanti - che sottolineano i momenti clou. Ottimo
anche l'abbinamento delle immagini con la musica.
La storia è
raccontata in modo frammentato, minimale, ma con alcune scene madri e
i dialoghi incisivi ecco che l'intensità arriva. La scena al
ristorante è straordinaria ad esempio, con questa compagna e amante
che sfoga tutta la sua rabbia e il suo dolore su una cameriera ottusa
e impicciona. Da applausi.
Gli attori sono meravigliosi. Melvil
Poupaud riesce a dar vita ad un personaggio tormentato e in piena
crisi, alla ricerca di se stesso, con disinvoltura e credibilità
senza diventare una macchietta, senza esagerare con la gestualità
stereotipata (praticamente il contrario dell'approccio che ha avuto
Redmayne). Davvero notevole. Altrettanto eccezionale Suzanne Clément
(la vicina di casa in Mommy* sempre di Dolan) che ha un
ruolo complesso, particolare. E lei lo affronta con espressività,
forza. Un'intepretazione dalle tante sfumature anche la sua. Brava
Nathalie Bay, bravi anche gli altri. (Per un attimo compare il
giovanissimo Antoine Olivier Pilon, che diverrà il protagonista -
eccezionale - del suddetto Mommy).
Un film che è un inno
alla libertà, di essere, di esistere al di fuori dalle convenzioni
ed anche un'opera che spiega effettivamente la differenza tra
identità/appartenenza di gender e orientamento sessuale (cosa che
altre pellicole non fanno quasi mai o lo fanno male).
Si può voler
cambiare sesso ma amare ancora la propria compagna/o? Ebbene sì.
Anche qui, l'amore è amore. Soltanto che poi i problemi che sorgono
sono ben altri e complicano le cose.
Profondo, maturo, totalmente
fuori dagli schemi (e per questo coerente con il significato e la
trama stessa).
Sopra le righe ma al contempo così vero, mai melenso
o strappalacrime, di grande dignità e, come si definisce Laurence
durante un'intervista con una giornalista, determinato.
Pare quasi
impossibile che ad averlo anche solo pensato sia stato un autore poco
più che ventenne. Xavier Dolan è senza ombra di dubbio un genio
contemporaneo.
Il finale è tenero e triste al contempo nonché la
rivelazione di parecchi particolari.
Un gioiello.
Da vedere
assolutamente. Consigliatissimo.
*Mie recensioni
Voto: ****
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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