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venerdì 13 maggio 2016

The Gift di Sam Raimi, thriller/horror suggestivo e affascinante che rimane un po' schiavo degli stereotipi e di un finale prevedibile. Il cast è interessante, anche se spicca la protagonista Cate Blanchett che offre una performance piena di sensibilità e ricca di sfumature

Oggi vi voglio parlare di un film di un po' di anni fa. Un film thriller/horror interessante ma forse un po' troppo stereotipato.
Mi riferisco a The Gift di Sam Raimi.
Ecco la recensione:





The Gift di Sam Raimi del 2000. Con Cate Blanchett, Keanu Reeves, Giovanni Ribisi, Hilary Swank, Greg Kinnear, Katie Holmes, Michael Jeter, Kim Dickens, Gary Cole, J. K. Simmons, Chelcie Ross, Rosemary Harris, Janelle McLeod. (111 min. ca.)
Georgia. La giovane vedova e madre di tre figli Annie Wilson (Blanchett), è anche una persona con il dono di vedere nel futuro attraverso le carte. Così, si troverà ad aiutare la polizia nell'omicidio di Jessica King (Holmes), fidanzata e quasi sposa di Wayne Collins (Kinnear), preside della scuola elementare dei suoi figli. Il primo sospettato è Donnie Barksdale (Reaves), marito violento di Valerie (Swank), che frequenta spesso per consigli e previsioni la casa di Annie e che l'ha anche minacciata più volte per questo. Inoltre, nel suo quartiere c'è Buddy Cole (Ribisi), un ragazzo disturbato vittima degli abusi da parte del padre in tenera età. Annie si sentirà minacciata (le sue visioni le stanno dicendo qualcosa). 









Film a metà strada ta il thriller paranormale e l'horror che per i toni, il ritmo, i risvolti della trama e molte scene, si avvicina molto a Le verità nascoste di Robert Zemeckis (sempre dello stesso anno, tra l'altro). 
Scritto da Tom Epperson e Billy Bob Thornton (il quale si è ispirato alla sua esperienza personale: sua madre infatti aveva dei poteri extrasensoriali), è una pellicola ad alta tensione, che si presenta come un dramma, ma che esplode con delle immagini lampo che fanno letteralmente balzare sulla sedia lo spettatore. Gli effetti speciali e sonori infatti sono impeccabili e striscianti e tengono in continuo allarme. Il montaggio perfetto e una regia apparentemente sottotono e invisibile fanno il resto. 
Cast ricchissimo. La carta vincente (mi si passi il gioco di parole) è però, come spesso succede, la protagonista Cate Blanchett che fornisce un'interpretazione molto interiorizzata, molto sofferta. I suoi occhi parlano da soli, la sua espressività mai eccessiva ma sempre calibrata, riescono a dare vita ad un personaggio buono che, per i suoi poteri, sa anche spaventare. Quel senso di inquietudine e arrendevolezza sono resi con tutte le fibre del suo corpo. Una prova impeccabile, sottile, che si stacca dai doliti stereotipi perché ricca di sfumature, complessa (certo, la bravura è anche nella caratterizzazione datale). L'accento georgiano perfetto fa dimenticare le sue origini australiane. Giovanni Ribisi - che si ritroverà a lavorare con la Blanchett due anni dopo in Heaven* - è sempre credibile nei ruoli da allucinato e disturbato: pauroso è dir poco. Keanu Reeves ha una parte minacciosa, ma lui sembra dargli poca incisività, risultando poco convincente. Greg Kinnear è un ottimo ambiguo (ha un'espressività facciale spiccata). Hilary Swank un po' sottotono. Katie Holmes è in parte nel ruolo della fidanzatina non troppo seria. Poche scene ma apprezzabili per Gary Cole, J. K. Simmons e Kim Dickens. 
Un film di puro intrattenimento, ben realizzato e ben costruito, ma forse un po' troppo telefonato e prevedibile. Si capisce subito dove vuole andare a parare. 
Interessanti invece l'ambientazione (i posti con i fiumi nel Sud degli Stati Uniti sono sempre suggestivi e ottimi per inserirci elementi oscuri e assassinii), gli attori e la regia. Inoltre alcune scene sono davvero toccanti e riuscite - quella finale ad esempio - e non abbonda di effetti speciali (la suspense aleggia, si percepisce comunque) o di musica invadente. 
Un thriller/horror a metà strada tra il classico e il moderno con qualche ingenuità di fondo. 
In ogni caso è da vedere. Consigliato.

*Mia recensione
Voto: **1/2/***





Il trailer:






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lunedì 23 febbraio 2015

IN SALA - Whiplash di Damien Chazelle, film dal ritmo teso e sincopato, con un montaggio strabiliante, dei numeri da togliere il fiato e con due attori (soprattutto J.K. Simmons, premiato stanotte con l'Oscar) eccezionali e credibili

Oggi vi voglio parlare di un film ancora nelle (poche) sale (e che io ho visto in lingua originale). Un film entusiasmante, vincitore stanotte di ben tre Premi Oscar (meritatissimi stavolta).
Mi riferisco a Whiplash di Damien Chazelle.
Ecco la recensione:





Whiplash di Damien Chazelle del 2014. Con Miles Teller, J.K. Simmons, Melissa Benoist, Austin Stowell, Paul Reiser, Jayson Blair, Nate Lang. (105 min. ca.)
Andrew Neiman (Teller) è un diciannovenne che studia batteria (jazz) al conservatorio. Viene adocchiato dal direttore (anche d'orchestra): il duro e spietato Terence Fletcher (Simmons) che con lui, più che con gli altri comincia a usare metodi di insegnamento non proprio ortodossi, arrivando ad umiliare e a stressare il ragazzo all'inverosimile. Otterrà dei risultati. 








Film dalla trama scarnissima riscattata dal ritmo serrato esattamente come i pezzi che vengono suonati, con un montaggio che lascia senza fiato, con degli attori in parte e straordinari. Miles Teller è credibile nella sofferenza sia sul palco (che esibizioni!), sia quando deve interpretare il tipico giovane un po' in crisi. J. K. Simmons è un perfetto insegnante fuori dagli schemi. Severo, rigoroso, ma anche molto viscerale e appassionato a ciò che insegna. Da applausi. (Oscar come Migliore Attore Non Protagonista meritatissimo).
Il tutto condito da una musica jazz che più sincopata, veloce ed elettrizzante non potrebbe essere. Lo spettatore viene letteralmente coinvolto soffrendo e sudando come il protagonista (e magari battendo il tempo). 
È una di quelle pellicole in cui la storia importa il minimo ma ottiene il massimo risultato con una regia attenta e grazie all'impeccabile lato tecnico (oltre, come già detto, agli attori). 
Un film esaltante che entusiasma e non molla mai la presa. 
Il finale aperto ma giusto in quel contesto annulla anche qualche difettuccio di sceneggiatura. Candidato a cinque Premi Oscar e uscito vincitore con tre. 
Da vedere assolutamente (poi chi ama il genere in questione è a cavallo). Consigliatissimo.


Voto: ***1/2/****






Il trailer:








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