lunedì 25 aprile 2016

Da morire di Gus Van Sant, pellicola bizzarra, straniante e grottesca sulla ricerca della fama a tutti i costi. Con una Nicole Kidman eccezionale. Un film meraviglioso

Oggi vi voglio parlare di un film di parecchi anni fa, ormai. Un film di un bravissimo regista autore.
Un film intelligente e dissacrante.
Mi riferisco a Da morire di Gus Van Sant.
Ecco la recensione:





Da morire (To Die For) di Gus Van Sant del 1995. Con Nicole Kidman, Matt Dillon, Joaquin Phoenix, Alison Folland, Casey Affleck, Illeana Douglas, Dan Hedaya, Maria Tucci, Kurtwood Smith, Holland Taylor, Susan Traylor, Michael Rispoli, George Segal, Wayne Knight. (102 min. ca.)
Suzanne Stone (Kidman) è una giovane e bella ragazza bionda intenzionata a divenire a tutti i costi una famosa annunciatrice televisiva. Si sposa con Larry Maretto (Dillon), un poveraccio che si è innamorato di lei per la sua avvenenza nonché per questa forte ambizione. Ad un certo punto però a Suzanne il matrimonio sta stretto, così come Larry. Cercherà un modo per sbarazzarsi di quest'ultimo senza venir coinvolta... 
























Pellicola a metà strada tra commedia, dramma e thriller davvero inconsueta.
Parte come finta intervista per un talk show ai parenti di Larry Maretto, poi prosegue con flashback e ancora stralci di interviste (anche di Suzanne), per raccontare per bene la vicenda.
Bizzarra, ricca di invenzioni, critica sia il mondo della tv in sé che la società, con le nuove generazioni (e l'americano medio della "tv generation", per l'appunto) che vedono l'apparire e diventare famosi in tv come un'ancora di salvezza (pur essendo soltanto un'illusione).
Straniante perché surreale e grottesca (ad esempio Suzanne che durante il funerale porta la radio e fa ascoltare All By My Self), piena di situazioni al limite della follia, ma al contempo ricca di cinismo e di sottile humor nero.
Il cast è perfetto. A cominciare da una Nicole Kidman magnifica in una delle sue migliori interpretazioni: da finta (?) svampita, ma anche molto coerente con se stessa, ambigua, tremendamente provocante e sexy. Una bomba a orologeria. Un personaggio non facile da interpretare perché ricco di sfumature e che soprattutto rischiava di risultare una macchietta. Lei è riuscita perfettamente a raggirare questo ostacolo. Impeccabile. Matt Dillon è una spalla interessante, ha la faccia giusta. Tuttavia, chi in effetti ha la meglio è Joaquin Phoenix. Sguardo vacuo, da ragazzino senza cervello, che crede di essersi innamorato della donna raffinata di turno e che farebbe di tutto per lei. Phoenix riesce ad essere odioso ma anche a passare credibilmente per vittima. Già allora si vedeva la sua bravura. Casey Affleck fa parte del compagno di classe di Phoenix, altro intelligentone. L'espressione da poco sveglio l'ha aiutato. Ottima come sempre Illeana Douglas: grandi occhi ed espressività. Piccoli camei di David Cronenberg nel finale (dice due frasi in italiano) e di George Segal.
Belle la fotografia e le scenografie in linea con la stravaganza dell'opera. La regia è di polso, il montaggio creativo, la sceneggiatura geniale. Appropriate e mai invadenti le musiche di Danny Elfman.
Un film meraviglioso, acuto, sopra le righe ma mai fuori posto, che gioca con gli stereotipi prendendoli in giro. Con un'escalation disturbante e subdola perversione.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo. 


Voto: ***1/2/****









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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