mercoledì 27 aprile 2016

Charlotte Gray di Gillian Armostrong, melodramma ambientato durante la seconda guerra mondiale tratto dall'omonimo romanzo di Sebastian Faulks. Patinato, oleografico. Si salva - in parte - soltanto per la grazia e l'espressività di Cate Blanchett

Oggi vi voglio parlare di un film di qualche anno fa. Un film mediocre che si salva soltanto per merito della protagonista.
Mi riferisco a Charlotte Gray di Gillian Armstrong.
Ecco la recensione:





Charlotte Gray di Gillian Armstrong del 2001. Con Cate Blanchett, James Fleet, Abigail Cruttenden, Rupert Penry-Jones , Billy Crudup, Michael Gambon, Anton Lesser, Ron Cook. (121 min. ca.)
Seconda guerra mondiale. Charlotte Gray (Blanchett), una ragazza scozzese, va a Londra per lavorare nel campo della medicina. Lì però conosce Peter Gregory (Penry-Jones), un aviatore della RAF e se ne innamora. Peter riparte in missione e si perdono le sue tracce. Dato che alcune voci dicono che si possa trovare in Normandia, Charlotte, sotto copertura, si arruola nella Resistenza nella Francia occupata. E intanto conoscerà il partigiano Julien Levade (Crudup), che insieme a suo padre (Gambon) sta aiutando due bambini ebrei a scampare la deportazione... 


























Dramma sentimentale tratto dal romanzo omonimo di Sebastian Faulks. 
Affascinante per la storia e qualche immagine, già all'inizio dà l'idea di una pellicola dalla fattura televisiva e molto patinata. 
Ed infatti è questo, ma soprattutto il classico melodramma polpettone con lui, lei, la separazione e l'altro che prende il posto del primo. 
Soltanto che ha la fortuna di avere per protagonista una Cate Blanchett carismatica (che a dire il vero non sembra essere patita né sconvolta neanche durante le rappresaglie - poco credibile - ma che si rifà con la sua straordinaria espressività). Sempre sull'orlo del pianto, senza però essere mai sopra le righe, anzi, forse giocando addirittura di sottrazione. 
Gli abiti, l'eleganza innata e il suo essere sempre e comunque piacevole fanno il resto. È adorabile e salva tutta la baracca donando delle sfumature, rendendo vivo il suo fragile - e coraggioso al contempo - personaggio. Bravi anche Billy Crudup e Michael Gambon. 
Ottime le ambientazioni, discreta la ricostruzione storica, tuttavia la trama è già banale di per sé e la Armstrong come al suo solito non fa niente per raggirare l'ostacolo, bensì accentua la cosa. 
Troppo telefonato, forzato, si limita a raccontare con poco sforzo. 
Si lascia seguire, il ritmo è anche piuttosto costante (la vicenda e il genere in sé aiutano), purtroppo la sensazione di essere di fronte ad una soap opera - di qualità, ma pur sempre una soap - non molla un istante lo spettatore. 
Un film oleografico, poco ispirato. 
Da vedere solo per curiosità. Consigliato a metà. 


Voto: **









Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












 
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