Mi riferisco a Mommy di Xavier Dolan.
Ecco la recensione:
Mommy di Xavier Dolan del 2014.
Con Anne Dorval, Antoine-Olivier Pilon, Suzanne Clément, Alexandre
Goyette, Patrick Huard. (134 min. ca.)
Quebec. Diane "Die" Després
(Dorval) è una vedova molto forte e anticonformista di circa
cinquant'anni che va a riprendere il figlio Steve (Pilon), sedicenne,
da un centro di recupero in cui era stato mandato per curare il
deficit di attenzione e iperattività e sostanzialmente per tenerlo a
bada. Ma il ragazzo dà fuco alla sala mensa, così, oltre alla
citazione a giudizio, Diane si ritrova per la prima volta dopo la
morte del marito a doversi occupare di un ragazzo che ha scatti
violenti e un attaccamento morboso nei suoi confronti. Verrà in suo
soccorso, per caso (per poi diventare la sua migliore amica), dopo
una crisi di Steve, la vicina di casa Kyla (Clément), un'insegnante
di scuola secondaria balbuziente che si è presa un anno sabbatico
dopo un avvenimento oscuro. Questo trio sembra cavarsela più o meno
bene ma Steve è troppo scostante: fa un passo avanti e due indietro.
Così, a malincuore, sua madre dovrà prendere una sofferta
decisione...
Dramma familiare dalla storia più o meno convenzionale
ma originalissimo nella scelta del formato strettissimo - molto meno
di un 4:3. Esattamente 1:1 - che si apre per un solo, speranzoso e felice attimo in
16:9 e che consente di inquadrare soltanto una persona alla volta (a
parte alcune eccezioni). Le situazioni si snodano senza difficoltà e
i toni utilizzati (cinismo e battute per stemperare le situazioni,
come accade nella vita reale) coinvolgono e rendono partecipe lo
spettatore che si affezionerà istantaneamente ai protagonisti.
Anche
a Steve, interpretato da un bravissimo ed espressivo Antoine-Olivier
Pilon, il quale sembra improvvisare con spontaneità, risultando
credibile. Anne Dorval è davvero un'ottima attrice, espressiva,
carismatica (ha un che di Annette Bening, Marisa Tomei e della nostra
Licia Maglietta), convincente nel ruolo di una mamma forse incapace
ma che ama sul serio il figlio. Suzanne Clément ha un ruolo
altrettanto complesso, poiché Kyla è una persona più introversa,
taciturna, più ordinaria e "borghese", che sta ancora
cercando di superare i suoi problemi ma che trova in Diane e Steve
paradossalmente - per poco - una valvola di sfogo.
Bello il montaggio
e l'abbinamento delle immagini con i brani (hit del momento - ma
anche Vivo per lei di Bocelli, cantata maldestramente al
karaoke proprio da Steve, in una scena di una brutale durezza o Blue (Da Ba Dee) degli Eiffel 65 - e dei
pezzi di Ludovico Einaudi che rafforzano l'intensità di alcune
scene). Un film emozionante, forse furbescamente, ma lucido, ispirato
e costruito con criterio da un giovanissimo regista che dimostra di avere già le idee chiere, un suo stile e una sua estetica di cinema.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
(Curiosità: nei contenuti speciali del DVD si possono vedere molte scene scartate magari perché più allungate, con dialoghi un po' diversi ma che in realtà avrebbero funzionato anche di più. Scelte).
Voto: ***1/2/****
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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