martedì 26 maggio 2015

Dieci inverni di Valerio Mieli, commedia sentimentale malinconica e garbata dalle ambientazioni suggestive e irreali. Protagonisti in parte

Oggi vi voglio parlare di un film italiano di pochi anni fa. Una commedia sentimentale suggestiva ma imperfetta.
Mi riferisco a Dieci inverni di Valerio Mieli.
Ecco la recensione:





Dieci inverni di Valerio Mieli del 2009. Con Isabella Ragonese, Michele Riondino, Glen Blackhall, Sergej Žigunov, Sergej Nikonenko, Ljuba Zaiceva, Alice Torriani, Sara Lazzaro, Francesco Brandi, Luca Avagliano, Francesca Cuttica, Roberto Nobile, Luis Molteni, Vinicio Capossela. (99 min. ca.)
Novembre 1999. Camilla (Ragonese) e Silvestro (Riondino) si incontrano per caso su un vaporetto a Venezia, città che li ospita per motivi di studio. Lei addirittura lo ospita subito a casa sua (una vera e propria catapecchia senza riscaldamento). Comincia così un rapporto strano, fatto di complicità, amicizia, rancore, odio, di nuovo amicizia e amore platonico, l'amore non ricambiato, litigi, fino all'amore vero. Tutto questo in dieci anni, i dieci inverni del titolo. 























Film - tratto dal romanzo omonimo dello stesso Mieli - malinconico e triste fino al culmine della vicenda piuttosto scontato ma inevitabile. 
Interessante nella costruzione degli eventi e ambientale, è un tira e molla tra incontri e scontri un po' improbabile ma coinvolgente. 
L'ambientazione di cui sopra è particolare e strana: è stata scelta una parte di Venezia isolata quasi di fantasia (anche le riprese nei luoghi famosi e nelle campi e calli più conosciute sono irreali, sospese nel tempo, oniriche). Forse sono queste scelte a rendere maggiormente affascinante l'opera che ricorda vagamente Pane e tulipani di Soldini. Per il resto anche Mosca sembra fuori dal tempo e non parliamo delle colline di Valdobbiadene, totalmente irriconoscibili. 
La regia è forse troppo compiaciuta e volta a strizzare l'occhio al pubblico ma sa orchestrare in modo misurato gli ingredienti sentimentali senza superare il limite del buongusto e della melensaggine mescolandoli con la commedia. 
Un limite sono i dialoghi un po' troppo banali ma anche molto spontanei e non troppo artefatti. 
I protagonisti sono in parte e credibili (salvo sfoggiare una dizione finta tipica degli attori italiani): sembrano due ragazzi normali che stanno passando dall'adolescenza all'età adulta. Molto espressivi. 
È insomma un film delicato, godibile ma anche un po' ingenuo e ciò potrebbe essere un limite e attirare perciò un tipo di spettatore in particolare (l'adolescente o anche il trentenne sognatore). Suggestiva la colonna sonora composta da musica balcanica e dal tema portante di Vinicio Capossela (che ha anche un cameo durante una festa) Parla piano
Da vedere (ma deve convincere subito altrimenti perde la magia). Consigliato (meglio se inguaribili romantici).


Voto: **1/2







Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate? 












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