Mi riferisco a La vita possibile di Ivano De Matteo.
Ecco la recensione:
La vita possibile di Ivano De
Matteo del 2016. Con Margherita Buy, Valeria Golino, Andrea
Pittorino, Caterina Shulha, Bruno Todeschini, Eugenio Gradabosco,
Stefano Dall'Accio, Dario Delpero. (100 min. ca.)
Anna (Buy) scappa di casa col
figlio Valerio (Pittorino), dopo l'ennesima violenza da parte del
marito e da Roma si trasferisce a Torino dall'amica, attrice di
teatro, Carla (Golino). Lì cercherà - arrancando - di iniziare una
nuova esistenza.
Film drammatico coinvolgente e toccante.
Come sempre
De Matteo mette in scena la realtà, uno spaccato di normalità senza
retorica, in una Torino ben sfruttata.
La violenza domestica è un
pretesto per raccontare la solidarietà femminile, il rapporto madre-figlio in una situazione
estrema e del coraggio che bisogna necessariamente avere in questi
casi per riprendere le redini della propria vita, della propria
dignità di persone.
Interessante la figura del ragazzino il quale,
quando è arrabbiato, sa chiedere scusa a differenza del padre. Anzi,
le donne le tratta con rispetto e cerca quasi di proteggerle
(emblematica la sua relazione con la prostituta Larissa, Shulha). Ma
è anche un incontro di solitudini: la prostituta di cui sopra, ma
anche di Mathieu (Todeschini), il barista, che con Valerio e Anna
stringe una bella amicizia. E anche Carla aiutando Anna e Valerio viene temporaneamente salvata dalla solitudine.
Il cast è azzeccato. Margherita Buy,
perennemente triste, in questo caso ha messo da parte la sua consueta
nevrastenia a favore della pacatezza, di una dolcezza sentita e
un'intensità mai sopra le righe. Molto credibile nel ruolo di madre.
Valeria Golino stupisce sempre di più di pellicola in pellicola:
espressiva, convincente, spontanea e addirittura buffa, simpatica.
Andrea Pittorino alterna momenti buonissimi ad altri mediocri: si
vede che è alle prime armi. Bravissimo ed espressivo Bruno Todeschini.
Un film
di grande sensibilità e avvincente, con qualche elemento di ingenuità
(Valerio che corre via dopo aver visto l'amica in macchina con un
cliente), di stucchevolezza e di incompletezza/sospensione di
incredulità (il marito di Anna non si fa più sentire, se non una
volta tramite lettera).
In ogni caso non sorpassa mai il limite del
facile sentimentalismo né dello strappalacrime, due punti
decisamente a suo favore.
Non il miglior lavoro del regista, forse -
il quale comunque rimane un grande autore e uno dei talenti del
cinema italiano contemporaneo - ma un buon compromesso tra realismo e
pessimismo, con un finale aperto alla speranza (che gli altri non
avevano).
Da vedere per riflettere. Consigliato.
Voto: ***
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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