Mi riferisco a Cosa voglio di più di Silvio Soldini.
Ecco la recensione:
Cosa voglio di più di Silvio
Soldini del 2010. Con Alba Rohrwacher, Pierfrancesco Favino, Giuseppe
Battiston, Teresa Saponangelo, Fabio Troiano, Tatiana Lepore, Adriana
De Guilmi, Gigio Alberti, Ninni Bruschetta, Clelia Piscitello.
(120 min. ca.)
Milano. Anna (Rohrwacher) ha un lavoro impiegatizio stabile, un
compagno, Alessandro (Battiston), col quale convive e sta cercando di
metter su famiglia. Un giorno conosce per caso durante un
festeggiamento un ufficio, Domenico (Favino), che lavora nell'ambito
del catering. Sposato, con due figlie. Tra i due scoppierà la
passione. E quella passione porterà all'amore. Ma i conti da pagare,
gli impegni già presi quasi come una condanna metteranno in
discussione tutto.
Film drammatico che racconta in modo credibile
come pochi altri (non solo italiani) una relazione extraconiugale, il
tradimento di coppia.
Presentato in un contesto reale e quotidiano di
normalità, convincente per l'appunto nelle dinamiche, nei toni, nei
modi, tanto da far venire un vuoto nello stomaco dello spettatore che
proverà empatia e si identificherà non soltanto con i protagonisti
- caratterizzati perfettamente, senza alcuna sbavatura -, ma anche
con i personaggi di contorno.
Mostra con lucidità e chiarezza i
sensi di colpa e la consapevolezza sia di Anna che di Domenico
riguardo ai problemi che questa nuova relazione ha aggiunto alla
precarietà della loro vita. Si fa portavoce, non giudica, fa vedere
tutti i punti di vista partendo dalla protagonista e addentrandosi
piano piano nella quotidianità degli altri.
E, come ha affermato lo
stesso Soldini, è un lavoro speculare rispetto a Giorni e nuvole* nel quale un problema economico provocava la rottura di
una coppia consolidata.
Qui Anna e Domenico potrebbero accontentarsi
di ciò che hanno (ecco spiegato il titolo). In fondo, pur con
qualche ristrettezza economica non manca loro nulla: hanno degli
affetti solidi soprattutto. Ma è un tipo di amore diverso. Quello
nuovo - che potrebbe essere scambiato inizialmente per un diversivo e
stop - è un qualcosa di improvviso, non cercato ma anche vero,
forte, che rompe questa sorta di monotonia (oltre che complicare le
cose), che li obbliga a mettere in gioco tutto. O almeno, per qualche
attimo.
Il regista, solitamente molto pudico e discreto, ha per forza
di cose dovuto mostrare delle scene di sesso esplicite, di
sconcertante verosimiglianza coerentemente con l'opera in sé senza
essere però volgare. Si percepiscono l'attrazione magnetica, il
desiderio, il bisogno che Anna e Domenico hanno l'una dell'altro.
La
regia di Soldini è come al solito asciutta, essenziale, ma non
invisibile. La sua incredibile intelligenza nelle scelte su cosa e
come mostrare una determinata cosa, il taglio dato alla narrazione
senza mai andare oltre, senza mai far diventare i suoi protagonisti
degli stereotipi, è vitale, presente. E miglior cast non avrebbe
potuto scegliere. Alba Rohrwacher è eccezionale e qui, più che in
altri suoi lavori, dà dimostrazione di sapersi calare completamente
nel personaggio senza caricare mai l'interpretazione, senza essere
sopra le righe. Timida, taciturna, non una particolare bellezza e
dunque nata per il ruolo. In alcuni istanti la sofferenza della sua
Anna è resa talmente bene che si soffre con lei: non la si
colpevolizza per le scelte che ha compiuto (merito ovvio anche del
regista e della sceneggiatura), bensì si prova vero disagio.
Pierfrancesco Favino è altrettanto in gamba e colpisce soprattutto
nelle scene familiari con i figli. E, cosa che sulla carta parrebbe
impossibile, con la Rohrwacher forma una coppia perfetta, perché non
banale anche a livello di aspetto fisico. Giuseppe Battiston fa
tenerezza per il suo essere così innamorato della compagna, così
fondamentalmente comprensivo, buono e candido che lo portano a non
accorgersi (o a non voler cogliere) certi segnali detti o non detti
tra le righe. Un ruolo che interpreta con molte sfumature, mai
banale. Ma tutti sono in parte.
Un film apparentemente semplice, ma
altresì complicato, così come lo sono i sentimenti, i rapporti di
coppia.
Coinvolgente, toccante, con snodi narrativi imprevedibili o quantomeno non scontati, ha ritmo, è struggente - in alcune
scene è al limite dell'angosciante e del claustrofobico, soprattutto
nelle scene quasi senza dialoghi, tra le mura domestiche, di Anna e
Alessandro - e tenero al contempo.
Scuote e fa riflettere, dato che
spesso siamo quasi costretti a condannare o ad assolvere uno o
l'altro personaggio, questa o quest'altra parte. In questo caso
l'identificazione di cui sopra rende possibile una visione diversa
del tradimento in sé per sé.
Da vedere (quando si è in vena).
Consigliatissimo.
*Mia recensione
Voto: ***1/2
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento