mercoledì 5 novembre 2014

Smetto quando voglio di Sydney Sibilia, commedia divertentissima che riesce a sfruttare con la giusta leggerezza il problema della crisi di lavoro per i giovani ricercatori. Opera prima notevole e ottimo cast

Oggi vi voglio parlare di un film italiano che mi ha molto sorpreso. Una mia amica mi ha fatto notare una somiglianza neanche tanto velata con la serie americana Breaking Bad - che io purtroppo non ho ancora visto - quindi alcune cose che a me apparivano (o appaiono ancora) geniali a quanto pare non lo sono. Ne tengo conto.
Mi sto riferendo a Smetto quando voglio di Sydney Sibilia.
Ecco la recensione:





Smetto quando voglio di Sydney Sibilia del 2014. Con Edoardo Leo, Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Neri Marcorè, Majlinda Agaj, Caterina Shulha, Sergio Solli. (100 min. ca.)
Pietro Zinni (Leo) è un trentasettenne ricercatore universitario in neurobiologia che non si vede rinnovare il contratto. In crisi, con una fidanzata, Giulia (Solarino), dal carattere forte e che pretende da lui uno stipendio almeno medio, ha un'idea: usare l'algoritmo sulla manipolazione delle molecole per creare una molecola ed inventare una nuova sostanza stupefacente (ecstasy) non ancora bandita dal Ministero della Salute e immetterla nel mercato. Per spacciarla dovrà metter su una banda. E qual è la miglior cosa se non rivolgersi ai suoi vecchi amici e conoscenti dell'Univesrsità che come lui o sono disoccupati o si sono dovuti accontentare di lavori degradanti per le loro capacità? Farà successo ma i problemi saranno in agguato.


























Originale, intelligente e divertentissima commedia moderna che riesce a parlare della crisi di lavoro per i giovani laureati con la giusta leggerezza.
I dialoghi sono perfetti, le situazioni esilaranti, gli attori molto in parte - Edoardo Leo è credibilissimo, molto naturale. Meno naturale la Solarino: personaggio troppo sopra le righe. Fenomenale Stefano Fresi - (alcuni dei quali provengono dalla serie tv Boris che ha in comune con questa pellicola l'umorismo dissacrante) e una regia matura. Sibilia, alla sua prima prova dietro la macchina da presa per un lungometraggio, sa creare e dirigere bene senza strafare.
Paradossalmente invece la difettosità arriva dalla sceneggiatura (anche dello stesso Sibilia) che, se fino a tre quarti funziona e pur nel paradosso della vicenda riesca a destreggiarsi, negli ultimi minuti sembra diventare confusa e aggiungere troppi orpelli in fretta e furia per concludere la vicenda. Nonostante ciò è un film realizzato con la testa e ricco di idee per rappresentate.
(Qualche riserva sulla fotografia troppo luminosa che potrebbe alla lunga infastidire ma che ben riesce ad ottenere un effetto straniante, come sotto stupefacente per l'appunto).
Una boccata d'aria in un panorama di autori che si prendono troppo sul serio ma a volte non arrivano al dunque.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.


Voto: ***







Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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