domenica 23 novembre 2014

Prisoners di Denis Villeneuve, thriller ad alta tensione. Suggestivo, con atmosfere "alla Clint Eastwood", ben recitato, ben girato e soprattutto (cosa rara) ben scritto. Intrattenimento intelligente

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un thriller/poliziesco ben girato, ben recitato e ben scritto, "alla Clint Eastwood".
Mi riferisco a Prisoners di Denis Villeneuve.
Ecco la recensione:





Prisoners di Denis Villeneuve del 2013. Con Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Maria Bello, Terrence Howard, Paul Dano, Viola Davis, Melissa Leo, Mike Gassaway, Dylan Minnette, Len Cariou, Wayne Duvall. Pennsylvania. (153 min. ca.)
Nel Giorno del Ringraziamento due famiglie vicine di casa si trovano per i consueti festeggiamenti. Le due bambine Anna e Joy escono di casa per cercare un fischietto. E spariscono. Keller Dover (Jackman), padre di Anna, più degli altri cercherà di risolvere la faccenda anche senza l'aiuto del Detective Loki (Gyllenhaal), incaricato del caso, che segue la pista - purtroppo più ovvia - della pedofilia. Trovato il presunto colpevole, Dover farà giustizia da solo. Ma la soluzione sarà molto più complessa.




















Thriller angosciante e suggestivo ad altrissima tensione.
La storia in realtà è molto semplice, che sa di già visto forse (ma che è comunque sempre molto intrigante) ma è il modo in cui viene sviluppata e in cui viene narrata ad essere vincente. Il tema della "giustizia fai da te" o anche "occhio per occhio, dente per dente" - dato che c'è di mezzo anche la fede e la Chiesa - è ben rappresentato e l'introspezione psicologica e la caratterizzazione dei personaggi sono talmente ben realizzate da non sembrare bidimensionali come succede spesso in queste pellicole di genere.
Un plauso quindi anche alla sceneggiatura pressoché perfetta.
E lodi agli attori. Hugh Jackman è fantastico nel ruolo di padre smarrito e capace di tutto pur di ritrovare sua figlia (e l'altra), Jake Gyllenhaal altrettanto in gamba nella parte del poliziotto apparentemente sbadato ma che in realtà tiene al proprio lavoro. Maria Bello e Viola Davis sono due madri sconvolte in due modi differenti: la prima si butta giù, l'altra è più forte e determinata. Bravissime tutte e due, soprattutto la Davis. Paul Dano è un ragazzo disadattato con un passato misterioso assolutamente credibile e ambiguo. E' sempre più una conferma. Melissa Leo interpreta una donna che non riesce a dimenticare il passato e apparentemente mansueta: grande come sempre.
Una pellicola che funziona, spaventa e fa vivere allo spettatore le stesse emozioni che dovrebbero provare quei poveri genitori.
La regia, l'atmosfera, l'uso impeccabile degli ambienti chiusi, quel tipo di fotografia cupa che vira sul marroncino con uso di luci e ombre, ricorda un po' lo stile dell'Eastwood di Changeling e di quei film documentario che ripercorrono le storie di cronaca nera.
Il ritmo è sempre teso fino alla fine, cosa davvero strana ultimamente per i thriller, non cade in scene strappalacrime fini a se stesse. Invece ce ne sono alcune che danno i brividi.
Un film di intrattenimento intelligente che fa anche riflettere sul perché certa gente commetta degli atti orrendi che gioca tutto sulle apparenze.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.


Voto: ***1/2








Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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