Mi riferisco a Il segreto di Vera Drake di Mike Leigh.
Ecco la recensione:
Il segreto di Vera Drake (Vera Drake) di Mike Leigh del 2004. Imelda Staunton, Phil Davis, Peter Wight, Adrian Scarborough, Heather Craney, Daniel Mays, Alex Kelly, Sally Hawkins, Eddie Marsan, Ruth Sheen. (125 min. ca.)
Londra, 1950. Vera Drake (Staunton) è una moglie e una madre amorevole di due figli: Sid (Mays) ed Ethel (Kelly). Grande lavoratrice, ha però un secondo "lavoro" che ha taciuto a tutti: aiuta le ragazze ad abortire clandestinamente con mezzi rudimentali, casalinghi, ma senza voler essere pagata. Per lei è una missione. Quando una ragazza finisce in ospedale in fin di vita, la madre di quest'ultima è costretta a sporgere denuncia. Vera sarà ascoltata con cura e attenzione dalla polizia e poi al processo condannata a scontare una pena di due anni e sei mesi. Finirà in prigione con altre donne che hanno commesso lo stesso crimine (ma con altri fini).
La suggestione è una delle caratteristiche della pellicola, vincitrice della 61a Mostra del Cinema di Venezia, - anche grazie alla fotografia - che ha una protagonista eccezionale (premiata sempre a Venezia con la Coppa Volpi): riesce a rendere credibile una donna sempre sorridente e vitale che di colpo si sente fragile, affranta, dispiaciuta per quello che ha commesso pur sapendo di averlo fatto con le migliori intenzioni. Il suo pianto continuo, il suo non riuscire quasi a parlare per le lacrime e il groppo in gola, il suo sguardo disperato e triste, valgono metà dell'opera. Eccezionale.
La sceneggiatura è molto semplice, lineare, senza colpi di scena. Non ci sono scene forti dei vari aborti, ma viene invece accennata con garbo la sofferenza delle ragazze che arrivano al punto di mettersi delle mani di una sconosciuta.
La regia ha potuto giocare con i tempi, utilizzando anche l'improvvisazione, per mostrare l'umiliazione che sente Vera (durante gli interrogatori a casa e alla centrale di polizia ad esempio) senza possibilità di ribellarsi.
Un film davvero ben realizzato, toccante, misurato, recitato benissimo da tutti (c'è anche Eddie Marsan, il protagonista del meraviglioso Still Life* di Uberto Pasolini, anche qui pacato e timido).
Fa riflettere su un tema così delicato, doloroso, contraddittorio senza giudicare la protagonista: la protegge forse ma lascia allo spettatore il compito di perdonarla o meno. Come del resto la sua sua famiglia ormai rassegnata.
Un piccolo gioiellino.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
* Mia recensione
Voto: ****
Il trailer:
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