domenica 16 novembre 2014

CULT: Ghost Dog - Il codice dei samurai di Jim Jarmusch. A metà strada tra il gangster e il drammatico un piccolo grande film che parla di solitudine, incomunicabilità e dedizione. Con un Forest Whitaker al suo meglio. Indimenticabili anche gli altri personaggi

Oggi vi voglio parlare di un film di qualche anno fa diventato, a ragione, un cult. Un mix di generi per una pellicola sensibile e poetica.
Mi riferisco a Ghost Dog - Il codice dei samurai di Jim Jarmusch.
Ecco la recensione:





Ghost Dog - Il codice dei samurai (Ghost Dog: The Way of the Samurai) di Jim Jarmusch del 1999. Con Forest Whitaker, John Tormey, Henry Silva, Cliff Gorman, Isaach De Bankolé, Camille Winbush, Tricia Vessey. New Jersey. (116 min. ca.)
Ghost Dog (Whitaker) è un killer afroamericano, che agisce secondo il codice dei samurai, per conto di Louie (Tormey), un sicario mafioso italoamericano che l'aveva salvato da una rissa quando era giovanissimo. Comunicano per mezzo di piccioni viaggiatori e tutto sembra andare per il meglio, quando per un disguido dovrà fare i conti con l'intera banda e anche con il suo "signore". 















Grande film quasi orientale, molto letterario, che cita Hagakure di Yamamoto Tsunetomo (ma anche, in misura minora, altre opere) che riesce a delineare la figura di un uomo solo, dedito, ligio al suo dovere e alla promessa di proteggere il suo "salvatore" tanto da [SPOILER] farsi uccidere addirittura da lui. 
In questo Whitaker è stato d'aiuto: solo con le espressioni facciali e pochi movimenti ha creato perfettamente il personaggio di Ghost Dog e l'ha reso quasi reale. Bravi anche gli altri. 
Ma qui è soprattutto l'atmosfera, il ritmo sempre costante, una lentezza mai soporifera e le riprese magistrali che riescono ad affascinare lo spettatore che si farà coinvolgere da questa storia surreale e fantastica a metà strada tra il gangster e il dramma che ha tocchi di poesia, momenti di ironia, altri melodrammatici ed altri ancora commoventi. 
L'amicizia del protagonista con la piccola ma compita Pearline (Winbush) e con il venditore di gelati Raymond (De Bankolé) che parla solo francese è toccante. Poche opere hanno saputo trattare così sapientemente l'incomunicabilità. 
Bella la colonna sonora. 
Un film elegante, ben studiato, senza cadute di stile nonostante le abbondanti sparatorie. 
Un piccolo gioiellino. Da vedere. Consigliatissimo.


Voto: ***1/2








Il trailer:










Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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