venerdì 7 novembre 2014

La versione di Barney di Richard J. Lewis, film strambo e un po' prolisso che riesce a parlare della vecchiaia, dell'Alzheimer, dei rimorsi, con delicatezza, poesia e un tocco di umorismo yiddish. Perfetto Paul Giamatti nel ruolo del protagonista. Valida spalla (ma era scontato) Dustin Hoffman

Oggi voglio parlarvi di un film piuttosto recente abbastanza particolare, anomalo. Un po' prolisso ma comunque meritevole di essere visto per alcune riflessioni sulla vecchiaia.
Mi riferisco a La versione di Barney di Richard J. Lewis.
Ecco la recensione:




La versione di Barney (Barney's Version) di Richard J. Lewis del 2010. Paul Giamatti, Dustin Hoffman, Rachelle Lefevre, Rosamund Pike, Bruce Greenwood, Minnie Driver, Scott Speedman, Mark Addy, Saul Rubinek, Jake Hoffman, Clé Bennett, Mark Camacho, Thomas Trabacchi, Massimo Wertmüller, Ted Kotcheff, Denys Arcand, David Cronenberg, Paul Gross. (132 min. ca.)
Barney Panofsky (Giamatti), ebreo, produttore televisivo e capo della sua società Totally Unnecessary Production, è un uomo superficiale e volubile - indagato anche per l'omicidio del suo migliore amico Boogie (Speedman) - soprattutto con le donne. La sua vita cambia con l'incontro di Miriam (Pike) che aveva conosciuto proprio al suo secondo matrimonio e che alla fine è riuscito a conquistare facendola diventare la sua terza moglie. Diventa marito e un padre amorevole ma commette un errore che lo porterà a perdere la persona amata. La ritroverà quando, ancora piuttosto giovane, comincerà ad accusare i primi segni dell'Alzheimer.





















Tratto dal libro di Mordecai Richler, co-produzione italo-canadese, è il ritratto di un uomo normale, debole, detestabile, ma che ha amato tanto la terza moglie da soffrirne tremendamente per averla perduta.
Un film che mescola dramma, commedia, ed è molto strambo: ha dei toni surreali, grotteschi e demenziali (e umorismo yiddish ovviamente) ma anche molta poesia e delicatezza.
Giamatti è perfetto nel suo ruolo: credibile sia nella fisicità che nelle espressioni facciali, sia nelle scene comiche che in quelle più tristi e violente. Veramente un grandissimo attore con molto controllo. Molto misurata anche Rosamund Pike che rende l'idea del perché Barney si sia innamorato della sua Miriam. Bello ritrovare Minnie Driver - scomparsa per qualche tempo dalle scene - ma in parte nel ruolo della seconda moglie riccona del protagonista, innamorata in un primo tempo di lui ma non ricambiata. Scott Speedman ha la faccia giusta da spaccone. Divertente e convincente Dustin Hoffman nel ruolo di Izzy, il padre di Barney, ex poliziotto imprevedibile e sempre molto positivo. Con lui Giamatti ha degli scambi di battute ciniche e probabilmente le scene migliori.
Ci sono anche due camei inaspettati: quello di Cronenberg nel ruolo di un regista di una soap stupida e stucchevole e di Arcand in quello del maìtre di fiducia.
La sceneggiatura è buona ma un po' troppo prolissa e la regia non aiuta certo ad alleggerire la pellicola che di quando in quando sembra tirare troppo per le lunghe delle situazioni che potrebbero essere raccontate con due inquadrature. L'idea dei continui flashback e ritorni alla realtà funzionano, non sono pesanti, ma probabilmente, per cercare di caratterizzare al meglio Barney, un po' di leggerezza è stata perduta.
(Buone la fotografia, le scenografie e i costumi.)
A parte questi difetti (e nonostante qualche furbizia come la passeggiata per New York in stile alleniano) è un film molto piacevole, dolce-amaro che fa riflettere sulla vecchiaia e sulla concezione di amore.
Da vedere. Consigliato.


Voto: ***







Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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