lunedì 28 aprile 2014

Venere in pelliccia, ultimo film di Roman Polanski con Emmanuelle Seigner e Mathieu Amalric. Erotismo e grottesco/realtà e finzione si fondono assieme in un'opera piacevolissima

Salve a tutti. Buon lunedì!
Oggi voglio parlarvi di un film molto affascinante, l'ultima opera del controverso (per vicende personali notissime) Roman Polanski.
Mi riferisco a Venere in pelliccia.
Ecco la recensione:




Venere in pelliccia (La Vénus à la fourrure) di Roman Polanski del 2013. Con Emmanuelle Seigner e Mathieu Amalric. (96 min. ca.)
Thomas (Amalric) è un commediografo e regista teatrale che ha adattato il romanzo erotico Venere in pelliccia di Leopold von Sacher-Masoch e sta cercando la protagonista per l'allestimento. A teatro, in una sera piovosa, proprio mentre sta quasi uscendo dal teatro parigino del tutto insoddisfatto delle attrici presentatesi all'audizione, arriva trafelata Vanda (Seigner), una donna piacente, molto affascinante (che guarda caso, ha il nome della protagonista del romanzo), apparentemente non adatta al ruolo, ma che, per sfinimento riuscirà a fare l'audizione e, nell'attimo in cui comincerà a provare, diventerà la reincarnazione della venere del libro e lo sottometterà, seducendolo. 
Prove e discussioni sul romanzo che si intrecceranno con la vita reale di Thomas e Vanda fondendosi completamente.










Bella rilettura e sceneggiatura (dello stesso David Ives che l'ha portata a teatro e dello stesso Polanski), compatta, solida, con guizzi umoristici e un certo autocompiacimento metateatrale e autobiografico.
Il protagonista è praticamente Polanski: è simile anche fisicamente. Per questo ci si domanda perché non abbia recitato lui stesso la parte (visto che è anche attore); tra l'altro la Seigner è sua moglie. Insomma, ambiguità nell'ambiguità. La pellicola parla del confine tra il sadismo e il masochismo, del maschilismo dell'autore contro l'emancipazione della sua protagonista. E' un'opera apparentemente facile e piatta essendo ambientata tutta in un un teatro vuoto con due sole persone, ma che invece proprio per questi meaccanismi precisissimi e per queste sottotrame e letture è complessissimo. 
I due attori sono fantastici comunque, credibili nella diffidenza e repulsione iniziale fino all'intesa ambigua, immaginifica e grottesca finale.
Polanski, che ama questi temi da sempre, è stato geniale a non perdere il ritmo e a dirigere così lucidamente il tutto con carrellate morbide. 
Divertente e godibilissimo. Da vedere assolutamente.


Voto: ***1/2












Il trailer (in italiano, come ho visto io, ahimè, la pellicola):




Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?







 
(Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)

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