venerdì 25 aprile 2014

American Hustle, ultimo film ("alla Scorsese") di David O. Russell (nominato per dieci premi Oscar senza vincerne neanche uno) con un ricco cast. Una pellicola che "sa di fiori ma anche di marcio"

Ultima recensione settimanale.
Oggi voglio parlarvi di un film divertente ma molto sopravvalutato (da un regista molto sopravvalutato quale David. O. Russell). La pellicola in questione è American Hustle.
Ecco la recensione:




American Hustle - L'apparenza inganna (American Hustle) di David O. Russell del 2013. Con Christian Bale, Bradley Cooper, Amy Adams, Jeremy Renner, Jennifer Lawrence, Robert De Niro. (138 min. ca.)
Film ambientato negli anni '70 che racconta la storia di un truffatore del New Jersey Irving Rosenfeld (Bale) e della sua partner/amante Sydney (Adams), che si alleeranno con l'FBI, in particolare con Richie DeMaso (Cooper) per poter salvarsi dalla prigione. In tutta questa faccenda si intersecano più situazioni che riguardano persone vicine ai tre protagonisti. 




Idea di base interessante (anche perché, per quanto inventata, è pur sempre tratta da un fatto realmente accaduto). La riuscita invece desta perplessità. 
Innanzitutto per la sceneggiatura con enormi buchi e per i dialoghi davvero poco incisivi e scritti male (un esempio su tutti, la scena del bagno: “Tu sei volgare dentro” “No, tu sei volgare dentro. Magari siamo volgari dentro tutte e due”. La trovata del bacio di Rosalyn a Sydney ci può stare come sfregio. E' indubbiamente d'impatto. Brave la Lawrence e la Adams che l'hanno pensata). 


La regia e il montaggio invece fanno tutto. Belli i continui flashback, il continuo ritornare avanti ed indietro (se non fossero fatti per supplire ai buchi di cui sopra). David O. Russell si è ispirato palesemente a Scorsese (che ha ribadito più volte essere un suo mito), ma non è in grado di gestire tutti i meccanismi come il Maestro ha fatto ne QueiBravi Ragazzi o in Casinò. Il meccanismo sembra incepparsi e appunto, mancando di una solida sceneggiatura, tutto sembra girare a vuoto. Ecco, è una pellicola accattivante ma senza fondamenta. Dallo stesso Scorsese si è ispirato per la colonna sonora furbissima da abbinare - sapientemente, bisogna ammetterlo - alle immagini. Ogni momento ha una canzone in particolare, ogni personaggio un brano caratterizzante (ma questa furbizia con la colonna sonora è tipica del regista, perciò non c'è da stupirsi). In effetti la scaletta è ricca di pezzi memorabili anni '70 che hanno fatto la storia (più l'incursione di Danny Elfman) perciò è facile per lo spettatore farsi coinvolgere e ammaliare. Ma per lo stesso motivo detto prima, anche il fatto che la musica prevarichi sui dialoghi la dice lunga sulla qualità del tutto. 






I personaggi sono simpaticamente detestabili. Bale ingrassato e col riporto è forse la trovata più simpatica del film, ma anche Cooper con i bigodini è fortissimo. Amy Adams è come al solito meravigliosa (non solo per il fascino. E' intensa, credibile. Già in The Fighter* dello stesso Russell ne aveva dato prova: la bella con il cervello. Un mix irresistibile). Alla Lawrence viene lasciato il ruolo più stravagante e divertente (le scene del forno a microonde e di lei che fa annusare le sue unghie che "sanno da fiori e da marcio" fanno realmente ridere e lei ha un potenziale comico altissimo essendo già naturalmente simpatica) anche se forse troppo macchiettistico (volutamente magari, ma come ho ripetuto fino alla nausea, O. Russell la lascia a briglia sciolta, si vede che la ama davvero come persona e la lascia improvvisare e anche strafare - vedi scena con lei che pulisce la casa sulle note di Live and let Die. Mentre lei ha bisogno di essere domata per essere credibile, non avendo studiato recitazione). Sì, in alcuni momenti è eccessiva, fuori parte: sembra una ragazzina che gioca con gli abiti della mamma (è troppo giovane per fare la donna sposata da un pezzo con un figlio già di qualche anno, suvvia). E' vero che è matura per la sua età, ma in questi casi appare poco convincente. Per non parlare le critiche che ha suscitato il suo accento finto e poco curato del New Jersey. Nonostante tutti questi difetti però, in qualche passaggio quando litiga e piange o quando parla con l'amante a pranzo quella sensibilità ed espressività sembra finalmente uscire e non si può che lodare la sua prova, perché caratterizza bene il personaggio apparentemente stupido di Rosalyn. 
Il cameo di De Niro mezzo calvo è una delle cose migliori. Le scene con lui sono davvero ricche di tensione e convincenti (anche qui la radice scorsesiana si sente. Ad onor del vero De Niro ha già lavorato con Russell).


Il resto è piuttosto vuoto ("Empty, empty", una parola che ricorre nella pellicola, pronunciata quasi sempre da Rosalyn). 
I costumi e gli ambienti sono ben curati ma si è visto di meglio. Alla fin fine non si può dire che sia un cattivo prodotto (i movimenti oscillanti di macchina del regista sono però un altro difetto di sempre, se si parla di tecnica), ma sembra, creato a tavolino per piacere (anche questo è un difetto di Russell, difetto che la sottoscritta ha scoperto/smascherato in un attimo. Vedasi Il lato positivo*) e stringi stringi però superficiale.
Detto questo, se lo si prende per com'è, a parte le lungaggini e la trama confusa, raffazzonata e difficile da seguire, è un divertissement piuttosto riuscito. Non è un film d'autore però, non sopravvalutiamolo troppo. Da vedere almeno una volta per divertimento e curiosità. (Giustissimo che non abbia vinto nessun Oscar nonostante le dieci nomination. Anche se forse la Adams avrebbe meritato qualche riconoscimento).
  
*Mie recensioni

Voto: **1/2
















Il trailer:




Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?







 (Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)

Nessun commento:

Posta un commento