mercoledì 12 febbraio 2014

Rieccomi!

Ripesco questo mio blog dopo tanto tempo (dopo più di un anno. Anno di stasi, nel quale mi sono data più alle serie tv che al cinema. Non che ciò sia sbagliato, ma la Settima Arte è un'altra cosa).
Vi avevo lasciato con l'articolo sulla scomparsa di Mariangela Melato.
Voglio ricominciare a scrivere qui postando una mia recensione su un film che tratta un altro mito, questa volta tutto americano: Marilyn Monroe.
Il film in questione è Marilyn (My week with Marilyn) dell'inglese Simon Curtis, che tratta solo un piccolissimo frammento della vita della Monroe e lo fa con garbo, senza strafare.
Questa pellicola mi ha insegnato, una volta per tutte (ma magari parlerò anche de La vie en rose su Edith Piaf o Truman Capote - A sangue freddo sullo scrittore Capote, appunto e con il grandissimo attore Philip Seymour Hoffman, scomparso prematuramente pochi giorni fa), che non è necessaria una verosimiglianza perfetta con il soggetto da reinterpretare biograficamente, quanto il riuscire a riportarne la sensibilità, lo spirito (ed anche le contraddizioni ed difetti molto spesso).

Ecco dunque la mia recensione:





Marilyn di Simon Curtis del 2011 con Michelle Williams, Kenneth Branagh, Eddie Redmayne, Julia Ormond, Judi Dench ed Emma Watson. (99 min. ca.)
Storia romanzata (anzi, tratta dalla sua stessa biografia) del giovanissimo terzo assistente di regia per le riprese de "Il principe e la ballerina" con Olivier, il quale passerà una settimana di amore platonico (o quasi) con Marilyn Monroe. Storia esile esile ma indubbiamente affascinante, raccontata con molta furbizia stemperata da una certa delicatezza. Ci troviamo di fronte ad una pellicola molto garbata che indugia molto sugli sguardi e sulle espressioni del volto. 
Non manca, come detto sopra, un certo autocompiacimento nel portare sullo schermo un frammento di vita di una diva quale la Monroe, però la classe del film e della regia prevalgono anche su quel senso di finto che un po' infastidisce. 
Bravissimi tutti gli attori. Però Julia Ormond per quanto sia brava e una bella donna non si può vedere nella parte di Vivien Leigh, Eddie Redmayne (rivisto più di recente nel musical Les Miserables per la regia Tom Hooper, 2012) molto in parte e meglio del solito; Judi Dench è ovviamente sempre in gamba seppur in una parte piccolissima.



E poi c'è lei, Michelle Williams, Marilyn. Mettiamolo in chiaro: non ci assomiglia per niente e non ha un centesimo del suo fascino (e lo dico da una a cui piace molto la Williams). 
Però se si va oltre il mero aspetto fisico non le si può non riconoscere una grande sensibilità nel tratteggiare con gli sguardi, i movimenti e la voce la fragilità della Monroe, tanto che ad un certo punto ci si dimentica che siano due persone differenti e ci si gode il film per quello che è. Quindi tanto di cappello. 
Certe scene sono tirate via e tutti sono troppo caricaturali (e non solo quando c'è la protagonista), bisogna dirlo. La sceneggiatura dal canto suo è lineare, senza troppe pecche. Fotografia patinata as usual in questi casi. Insomma, non è una pellicola eccezionale ma leggera e d'intrattenimento. Il fatto che non sia prolissa gioca a suo favore. Da vedere per curiosità (per la prova della Williams).

Voto: ***




Voi cosa, ne pensate? Lasciatemi le vostre impressioni se volete.

Ecco il trailer originale:


(Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)

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