Mi sto riferendo all'opera prima di Ben Affleck - attore insipido e sceneggiatore - passato dietro la macchina da presa.
Per conoscere la mia opinione, eccovi la recensione:
Gone Baby Gone di Ben Affleck del
2007. Con Casey Affleck, Michelle Monaghan, Morgan Freeman, Ed
Harris, Amy Ryan, Robert Wahlberg, John Ashton, Amy Madigan, Michael
K. Williams. (114 min. ca.)
Film thriller basato sul romanzo La casa buia
(Gone, Baby, Gone) di Dennis Lehane (già autore di Mystic River portato sul grande schermo da Clint
Eastwood) che racconta la sparizione della piccola Amanda McCready,
di quattro anni, che vive a Boston con la madre drogata e
alcolizzata. Gli zii assumono due investigatori (Affleck e la
Monaghan) - partner e fidanzati - per ritrovare la nipotina. Quello
che sembra un rapimento per questioni prima di una chiusura di conti
per soldi legati alla droga (quindi la colpa viene data alla madre
negligente) e poi di un giro di pedofilia di persone vicine agli
spacciatori, viene poi scoperto essere un inganno con coinvolgimento
degli stessi poliziotti che stanno indagando sul caso. Agghiacciante
ritratto di una città corrotta, con la polizia che non si rende
conto di sbagliare ma anzi, si convince che siano perfino giuste
quelle azioni (sempre per un tornaconto).
Prima pellicola da regista
di Ben Affleck (sicuramente più bravo dietro la macchina da presa
che come attore), realizzata con toni documentaristici (a volte anche
troppo sotto le righe da sembrare un espisodio di una serie
televisiva) ed espedienti narrativi che assomigliano al sopracitato
Eastwood. Il risultato non è male ma neanche del tutto riuscito.
I
protagonisti non fanno in modo di farsi amare o quantomeno lo
spettatore non partecipa totalmente ai loro drammi e conflitti
interiori: tutto sembra raccontato troppo superficialmente, le loro
reazioni sembrano finte, non reali (e ciò spiazza per quel senso di
realismo dato dalla regia e dal montaggio asciutto), i loro problemi
personali sono troppo telefonati e sbrigativi per sembrare veri e
loro sembrano bidimensionali e piatti.
Dalla sua però ha anche molti
pregi: il non giudicare apertamente i personaggi.
Prendiamo la madre
(un'ottima Amy Ryan, davvero in parte e forse la migliore del gruppo
di attori insieme ad Ed Harris. Ha avuto anche una nomination
all'Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista per questo ruolo. E'
riuscita ad essere credibile recitando con un accento che non le
appartiene essendo lei newyorkese): ha sbagliato a lasciare da sola
sua figlia e alla fine, dopo tutto quello che è accaduto, ripete lo
stesso errore. In questo caso ci viene fatto vedere che
effettivamente è vero quello che diceva la detective e cioè che le
persone non cambiano. Però in tutte le parti in cui compare Helene,
viene raccontata per quello che è, né più né meno.
E' un bel modo di narrare, che però cozza con alcune trovate troppo da romanzo e dialoghi piuttosto assurdi. Forse è la sceneggiatura dello stesso Affleck il punto debole film (paradossalmente, dato che nel 1997 aveva vinto un Oscar insieme all'amico Matt Damon proprio un Oscar per la Migliore Sceneggiatura di Will Hunting), sembra avere delle lacune.
Il film scorre benissimo, non è per
niente pesante ma lascia dei punti interrogativi. C'è qualcosa che
non funziona, si sente, ma non si capisce cosa sia. (Curiosità: sia
la Ryan che Michael K. Williams avevano preso parte alla serie tv The Wire, anche quella molto realistica, molto ancorata
alla realtà, un vero proprio cult e un capolavoro. La sequenza
iniziale potrebbe ricordarla per come ci viene presentata la città
con la sua feccia e i suoi problemi). Comunque, per essere un'opera
prima è sicuramente interessante, soprattutto per la tematica
affrontata (ma è molto molto meglio "Argo"). Da vedere per curiosità.
Voto: **1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Opinioni?
(Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)
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