Mi riferisco a Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini.
Ecco la recensione:
Il colore nascosto delle cose di
Silvio Soldini del 2017. Con Valeria Golino, Adriano Giannini, Laura
Adriani, Arianna Scommegna, Anna Ferzetti, Andrea Pennacchi,
Beniamino Marcone, Italo Amerighi, Mattia Sbragia, Valentina
Carnelutti. (115 min. ca.)
Teo (Giannini), quarantenne pubblicitario donnaiolo (con
più relazioni parallele) conosce durante un incontro "al buio"
(nel senso di quegli incontri in cui non vedenti e vedenti si trovano
in una stanza al buio e provano ad interagire) Emma (Golino), cieca
da quando aveva diciassette anni, osteopata e separata.
Inevitabilmente tra i due scoppierà la passione, ma anche un legame
di complicità, di affetto e di comprensione. Ovvio che l'amore farà
cambiare Teo, che vedrà la vita in modo diverso...
Film
drammatico/sentimentale che non riesce a mantenere i propositi
iniziali risultando sfilacciato, ripetitivo e piatto, sciapo e - si
scusi il gioco di parole - incolore.
Senza i soliti guizzi a cui ci
ha abituato il bravissimo regista, in questo caso la vicenda va
avanti per inerzia tra stereotipi, colpi di scena prevedibili e una
storia d'amore che a tratti appare inverosimile, telefonatissima e,
soprattutto, questo è il difetto maggiore, che non crea empatia né
alcun interesse nello spettatore che attenderà passivo la fine della
pellicola.
Lontano dalla vera passione, dallo struggimento devastante
messo in scena in Cosa voglio di più*, qui tutto è
grigio, triste e patetico.
Qualche scena azzeccata qua e là non
riescono a togliere l'impressione di un'opera del tutto sbagliata e
da dimenticare.
Colpa degli attori protagonisti? Se Adriano Giannini
è quanto di più inespressivo e ingiudicabile dalle espressioni alla
poca convinzione che ci mette nel pronunciare i dialoghi, la Golino
si impegna e - come da qualche anno a questa parte - dimostra di
saper sostenere il film praticamente da sola, con molta misura.
Purtroppo la storia in sé non sa che piega prendere (che sia una
pellicola sentimentale anomala non è certo un difetto, quanto che la
sua resa non sia incisiva ed interessante) e, malgrado la trovata del
finale circolare (finisce come è iniziato cioè), non appaga. Un
peccato.
Da Soldini ci si aspetta sempre quello scorcio di vita reale
mista a un pizzico di bizzarria, leggerezza e al contempo profondità,
tuttavia non si percepisce neanche troppo l'ultima caratteristica,
seppur si capisca talvolta l'intenzione di andare oltre il cliché e
di raccontare una tematica delicata in punta di piedi, mandando un
messaggio. Ma questo messaggio non riesce ad arrivare a destinazione,
ostacolato da un ritmo altalenante e da poche e confuse idee. Una delusione.
Da vedere soltanto per curiosità.
Presentato Fuori
Concorso alla 74a Mostra del Cinema di Venezia.
*Mia recensione
Voto: **/**1/2
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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