martedì 27 settembre 2016

La regina Cristina di Rouben Mamoulian, film storico-biografico/sentimentale, scritto e diretto magistralmente, con una Greta Garbo protagonista assoluta: espressiva, ambigua, appassionata. Un piccolo capolavoro

Oggi vi voglio parlare di un film di molti, moltissimi anni fa. Un classico ma anche un vero capolavoro, scritto, diretto ed interpretato magistralmente.
Mi riferisco a La regina Cristina di Rouben Mamoulian.
Ecco la recensione:





La regina Cristina (Queen Cristina) di Rouben Mamoulian del 1933. Con Greta Garbo, John Gilbert, Ian Keith, Lewis Stone, Elizabeth Young, C. Aubrey Smith, Reginald Owen, Georges Renavent, David Torrence, Gustav von Seyffertitz, Ferdinand Munier, Paul Hurst, Bodil Rosing, Akim Tamiroff. (100 min. ca.)
La regina Cristina di Svezia (Garbo), insediatasi da piccola sul trono e impegnatissima nella politica e con una guerra da fermare, non pensa neanche lontanamente a sposarsi, anzi, deride le svenevolezze. Un giorno, costretta a soggiornare in una locanda per una bufera di neve, deve dividere la stanza - anzi, il letto - con Antonio (Gilbert), un delegato spagnolo. Si innamorano, ma dovranno decidere tra la loro felicità e i doveri delle cariche pubbliche. 















  
Film storico-biografico/sentimentale scritto e diretto in modo impeccabile (per l'epoca poi). 
Le vicende si snodano chiaramente, senza intoppi, con un clima quasi da commedia. 
La regia è solida: Mamoulian sa dirigere gli attori (e anche le scene di massa, con stupende carrellate), sa coglierne gli sguardi, le espressioni, avvicinando la macchina da presa quasi come una zoomata, sa sfruttare gli ambienti sia esterni che interni. Anche il montaggio è ottimo. 
Il cast è perfetto. Ovviamente spicca su tutti la Divina Greta Garbo, qui più bella che mai: intensa, molto naturale, simpatica e accattivante. I suoi primi piani (come quello finale) sono bellezza e talento messi assieme. Incantevole. 
Un film perfetto da più punti di vista e davvero audace per dialoghi e scene (la ragazza della locanda che si "propone" quasi apertamente ai due forestieri. La protagonista che si fa passare per un uomo ed è ambigua. La stessa ambiguità viene usata - senza battere ciglio - nel mostrare il primo bacio saffico, a stampo, della storia, tra Cristina e la sua dama di corte Ebbe (Young)), situazioni, fino al più classico e struggente (ma misurato, meno patetico di quanto avrebbe potuto essere) finale. 
Ritmato e coinvolgente. Magnifico, incantevole. 
Un piccolo capolavoro. 
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.


Voto: ****1/2












Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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