Mi riferisco a Viaggio a Tokyo di Yasujirō Ozu.
Ecco la recensione:
Viaggio a Tokyo (東京物語 (Tōkyō monogatari)) di
Yasujirō Ozu del 1953. Con Chishū Ryū, Chieko Higashiyama, Setsuko
Hara, Haruko Sugimura, Sō Yamamura, Kuniko Miyake, Kyōko Kagawa.
(136 min. ca.)
Onomichi. Shūkichi (Ryū) e Tomi Hirayama (Higashiyama) decidono di
andare a trovare i figli che abitano a Tokyo. Inizialmente sembrano i
benvenuti, ma subito tutti cercano di allontanarli. E anche quando
Tomi si sentirà male e morirà, l'unica che mostrerà un sincero
affetto sarà Noriko (Hara), nuora dei due e vedova di un loro
figlio.
Film considerato il migliore del regista e il compendio della
sua opera, è una storia di distanza e di cambiamenti.
Non solo per quanto concerne le distanze fisiche o cambiamenti dovuti alla modernità delle grandi città, quanto dei rapporti. I genitori non riconoscono più i figli, sempre più interessati a loro stessi, alla carriera e non riescono ad aver presa neanche con i nipoti, maleducati, poco affettuosi. E al povero Shūkichi, viene ripetutamente ricordato che senza la moglie è solo: i figli non si trattengono neanche un minuto di più con lui. Egoismo allo stato puro.
Tutto narrato con una lucidità e una schiettezza incredibili: il messaggio arriva forte e chiaro: lo spettatore si trova impotente ad osservare la sorte, il disfacimento di una famiglia che solo all'apparenza è tutta inchini e sorrisi (come da tradizione), ma che in realtà nascondeva freddezza. B/N stupendo, immagini evocative, che descrivono l'ambiente e parlano da sole.
Gli attori sono bravissimi, credibili.
Un film quasi neorealista. Triste, poetico e struggente, ma molto duro e senza troppi fronzoli. Piacevole, coinvolgente, pacato, ma dal ritmo sempre costante. Perfetto.
Davvero un gioiello, un capolavoro della storia del cinema, attuale ancora oggi (per forma e contenuti).
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
Non solo per quanto concerne le distanze fisiche o cambiamenti dovuti alla modernità delle grandi città, quanto dei rapporti. I genitori non riconoscono più i figli, sempre più interessati a loro stessi, alla carriera e non riescono ad aver presa neanche con i nipoti, maleducati, poco affettuosi. E al povero Shūkichi, viene ripetutamente ricordato che senza la moglie è solo: i figli non si trattengono neanche un minuto di più con lui. Egoismo allo stato puro.
Tutto narrato con una lucidità e una schiettezza incredibili: il messaggio arriva forte e chiaro: lo spettatore si trova impotente ad osservare la sorte, il disfacimento di una famiglia che solo all'apparenza è tutta inchini e sorrisi (come da tradizione), ma che in realtà nascondeva freddezza. B/N stupendo, immagini evocative, che descrivono l'ambiente e parlano da sole.
Gli attori sono bravissimi, credibili.
Un film quasi neorealista. Triste, poetico e struggente, ma molto duro e senza troppi fronzoli. Piacevole, coinvolgente, pacato, ma dal ritmo sempre costante. Perfetto.
Davvero un gioiello, un capolavoro della storia del cinema, attuale ancora oggi (per forma e contenuti).
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
Voto: ****1/2
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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