venerdì 2 settembre 2016

ANTEPRIMA Venezia73, in concorso: The Light Between Oceans di Derek Cianfrance, polpettone indigesto di menzogne a fin di bene ambientato in un'isola solitaria australiana. Con la coppia Fassbender-Vikander che sul grande schermo non fa faville

Oggi voglio parlarvi di un film presentato In Concorso sempre a questa 73a Mostra del Cinema di Venezia. Un film che ha avuto molta risonanza per la coppia di attori protagonisti.
Mi riferisco a The Light Between Oceans di Derek Cianfrance.
Ecco la recensione:





The Light Beetween Oceans di Derek Cianfrance del 2016. Con Michael Fassbender, Alicia Vikander, Rachel Weisz, Caren Pistorius, Benedict Hardie, Emily Barclay, Anthony Hayes, Leon Ford. (132 min. ca.)
Anni '20. Tom Sherbourne (Fassbender) e Isabel vivono in una piccola isola australiana di cui Tom è il guardiano. Sono sposati relativamente da poco e cominciano a provare ad avere un figlio. Purtroppo, Isabel ha due aborti spontanei. Quando tutto sembra perduto, Tom avvista una barca arrivare a riva con il cadavere di un uomo e una bambina neonata. Prendendolo come segno del destino, Isabel vuole tenerla. Tom cerca sulle prime cerca di dissuaderla, poi si autoconvince. La verità verrà a galla... 






Tratto dal romanzo di M.L. Stedman La luce sugli oceani, è un drammone ingombrante, un polpettone che parte già dall'inizio col piede sbagliato. 
Cianfrance non riesce a dargli quel respiro (anche se dimostra una certa coerenza e solidità perlomeno) che avrebbe evitato alla pellicola di cadere negli stereotipi di genere. Invece si fa fagocitare dalla storia. 
I personaggi agiscono e parlano come dei libri stampati, senza risultare credibili, bensì irritanti nella loro cecità. I due attori protagonisti (che fanno coppia anche nella realtà) sembrano anch'essi spaesati, poco convinti. Anche se Alicia Vikander spicca (per le scene di sofferenza), mostra solo due espressioni: quella da innamorata tutta sorrisi e quella da donna sfatta e distrutta dal dolore (come in The Danish Girl*, per capirci, anche se lì la resa era decisamente più incisiva). Brava invece Rachel Weisz - che ha un ruolo chiave nella trama - ma anche lei è troppo sotto tono. Adorabili invece le bambine che interpretano Lucy-Grace (su tutte quella di un anno circa, un amore e simpaticissima). Ottimo il tema principale di Alexandre Desplat se isolato dal resto: ripetuto come leitmotiv diventa pedante. 
Un film anonimo, piatto, di impianto classico, che pare di fattura televisiva. 
Un peccato che Cianfrance abbia preso in mano il progetto (scrivendone anche la sceneggiatura): Blue Valentine e Come un tuono* erano così interessanti e innovativi anche nella struttura, questo è un bel passo indietro. 
Non bastano i bei paesaggi, le frasi fatte messe in fila, l'amore di un uomo che difende la sua donna, ma che in realtà è una persona retta e responsabile e vuole togliersi il peso della menzogna o i conflitti di lei per farne un'opera di qualità. 
Coinvolge soltanto a tratti, il resto sono banalità viste e riviste. 
Come film in concorso non è proprio all'altezza delle aspettative. Bocciatissimo. 
Da vedere solo per curiosità, altrimenti da evitare.

*Mie recensioni
Voto: ** 







Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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