Mi riferisco a Fearless - Senza paura di Peter Weir.
Ecco la recensione:
Fearless - Senza paura (Fearless) di Peter
Weir del 1993. Con Jeff Bridges, Isabella Rossellini, Rosie Perez,
Tom Hulce, John Turturro, Benicio del Toro, John de Lancie, Steven
Culp. (122 min. ca.)
Max Klein (Bridges) sposato con Laura (Rossellini) e padre di
un ragazzino, è superstite di un incidente aereo che ha causato la
morte anche del suo socio Jeff (de Lancie). Viene considerato subito
un eroe, dato che ha portato in salvo alcune persone conducendole
fuori dall'abitacolo distrutto e in fiamme. Lui stesso appare strano,
si crede immortale, una specie di Dio. Inoltre fa la conoscenza di
Carla (Perez), una donna depressa che nel disastro ha perso il
figlioletto. Tutti questi fatti incrineranno il matrimonio,
metteranno a repentaglio la vita familiare e la sua stessa vita.
Tratto dal romanzo omonimo di Rafael Yglesias, è un dramma
psicologico che ben descrive la sindrome da stress post traumatico.
Con un sottofondo dall'inizio alla fine di inquietudine con venature
di sovrannaturale, è angosciante e ansiogeno da far star male.
La
ricostruzione perfetta dell'incidente che sia il Max che Carla
continuano a rivedere davanti agli occhi è disturbante (effetti speciali incredibili).
È un vero e
proprio incubo di questo uomo che ha salvato gli altri, ma non riesce
a salvare se stesso, non ce la fa a ritornare ad una vita normale. In
questo Jeff Bridges è stato straordinario. Allucinato, credibile:
sembra realmente in balia di uno shock permanente. Ed ha ottime
spalle: Rosie Perez è totalmente entrata nel ruolo (non stupisce la
sua nomination all'Oscar). Affranta, totalmente distrutta e
dipendente da questo uomo che è impazzito ma che la sta aiutando a
ricominciare a vivere. Isabella Rossellini interpreta una moglie di
carattere. Anche qui come altrove dimostra di saper recitare
splendidamente se diretta bene (e in alcune inquadrature è
paurosamente identica alla madre), è convincente dà molte sfumature
ad un personaggio interessante ma lì per lì poco presente in scena
(ma che si riprende alla fine). Tom Hulce è efficace nel ruolo
dell'avvocato petulante. Turturro fa ben poco, ma è sempre un
piacere ritrovarlo. Così come Benicio del Toro in uno dei suoi primi
lavori.
In alcuni punti qualcosa stona. I dialoghi non sembrano molto
curati, anzi, scialbi.
E molte volte risulta eccessivo, sopra le
righe.
Anche il finale sembra esagerato, telefonato. Eppure
affascina, coinvolge, stupisce.
Tante però le scene memorabili: dalle già
citate a quella di Bridges sul cornicione del palazzo, ecc... È un
film che crea la tensione dal nulla, dall'ordinario (un classico per
Weir, che gioca sempre su quello. Ed anche sul ruolo della fede, di
qualcosa di ultraterreno, spirituale che non si vede ma si
percepisce. Da ricordare il cult Picnic ad Hanging Rock*), sa come
tenere il ritmo, sa come dire le cose, con soluzioni visive
impeccabili.
Non sarà la sua opera migliore, ma è comunque godibile
e ambigua al punto giusto. Ottima la colonna sonora molto insistente
- in senso positivo. Sottolinea a meraviglia i momenti clou,
fondamentali - di Maurice Jarre.
Sottovalutato.
Da vedere. Consigliatissimo.
*Mia recensione
Voto: ***/***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento