Mi riferisco a Indovina chi viene a cena (il punto di domanda è di troppo senza la virgola dopo "indovina"). Un film valido sotto tutti i punti di vista (non ultimi gli attori protagonisti e non) e per cui provo molto affetto essendo il primo film della mia attrice preferita Katharine Hepburn che vidi (o perlomeno, più attentamente degli altri).
Ecco la recensione:
Indovina chi viene a cena (mi
rifiuto di metterci il punto di domanda, anche se è stato distributo
così) (Guess Who's Coming to Dinner) di Stanley Kramer del 1967. Con Spencer Tracy, Sidney Poitier,
Katharine Hepburn, Katharine Houghton, Beah Richards, Roy E. Glenn,
Cecil Kellaway, Isabel Sanford, Virginia Christine. (108 min. ca.)
Non c'è molto da
spiegare: la storia è nota. Ragazza borghese (Houghton) con genitori
liberali (Tracy ed Hepburn), torna a San Francisco dopo un soggiorno
nelle Hawaii con il suo fidanzato, il Dottor John Prentice, un uomo
di colore (Poitier). Dopo lo shock iniziale di tutti (compresa
Tillie, la domestica, anche lei di colore) a parte dell'amico di
famiglia e consigliere Monsignor Mike Ryan (Kellaway) e dopo l'arrivo
tempestivo dei genitori di John (anche loro turbati dagli eventi) le
cose si appianeranno.
Film liberale moderno che adesso sembra sorpassato ma non lo è (almeno nei contenuti, sulla forma e la messa in scena ci sarabbe da discutere) - il razzismo ingiustificato c'è ancora, ahimè - che in quegli anni ha abbattuto uno dei tanti tabù cinematografici e che dà da pensare anche oggi.
Regia solida del solito professionista Kramer (che sa cogliere tutte le sfumature della storia e degli sguardi),
sceneggiatura altrettanto, ricca di spunti, che riesce ad affrontare
l'argomento con una spruzzata di umorismo e molta tenerezza.
Gli
attori sono tutti bravissimi. Spencer Tracy al suo ultimo film è
spontaneo come al suo solito, senza sovrastrutture, Sidney Poitier è
altrettanto convincente (in particolare una frase pronunciata da lui
al padre fa rabbrividire: "Tu ti consideri un uomo di colore, io
mi considero un uomo").
Katharine Hepburn è fantastica: una
donna grintosa, forte, ma che sa commuoversi al momento giusto e sa
scindere e dar peso alle cose. In questo lei è imbattibile
(indimenticabile la scena in cui licenzia la sua collaboratrice).
Oscar meritatissimo per lei. Gli altri altrettanto bravi e in parte.
Poi, come detto, sono moltissime le scene madri costruite a tavolino
per emozionare lo spettatore (come l'ultima con il monologo di Matt
che dichiara l'amore a Christina. Una Hepburn visibilmente provata
dalle parole di Tracy che sembrano adatte per la loro relazione e per
il fatto che lui stava malissimo, tanto che morì tre settimane dopo
la fine delle riprese).
Sì, è una pellicola furba, ma che nel suo
essere di maniera ed edulcorata riesce nell'intento. Sa cosa dire e
come dirlo, è intelligente e realizzata benissimo, senza troppe
lungaggini; è semplice e al contempo sofisticata. Piacevolissima,
godibile.
Un classico, un vero cult da vedere, rivedere (in lingua
originale guadagna mille punti) e da proporre nelle scuole. Se qualcuno non l'avesse ancora visto lo
faccia subito.
Voto: ****
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)
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