Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film italiano di un "personaggio" molto amato. Questo suo secondo lavoro però non ha avuto il successo (né di critica né di pubblico) sperato.
Mi riferisco a In guerra per amore di Pif.
Ecco la recensione:
In guerra per amore di Pif del 2016. Con Pif, Miriam Leone,
Andrea Di Stefano, Stella Egitto, Vincent Riotta, Maurizio Marchetti,
Sergio Vespertino, Maurizio Bologna, Antonello Puglisi, Samuele
Segreto, Mario Pupella, Orazio Stracuzzi, Lorenzo Patané, Aurora
Quattrocchi. (99 min. ca.)
1943. Arturo Giammarresi (Pif), è un giovane
palermitano emigrato a New York. Lì conosce la bella Flora Guarneri
(Leone), promessa sposa al figlio del braccio destro di Lucky
Luciano. Dovrà ritornare in Italia, arruolandosi con l'esercito
americano verso la Liberazione, per poter chiedere direttamente la
mano al padre della ragazza. Si accorgerà che in Sicilia la mafia
controlla tutto, anche gli americani...
Film di "denuncia"
travestito da commedia in costume.
Efficace, molto intelligente in
alcune parti, ingenuotto in altre, con cadute di tono e di stile, con
battute sgonfie.
Pif in certi momenti non riesce a destreggiarsi tra
i cliché, ma quando ci riesce fa centro ed è duro, salace.
La
storia d'amore fa acqua da tutte le parti, ma è il resto ad essere
interessante: è una vicenda che non è mai stata raccontata, quella
della mafia che riesce a "comprare" tutto, durante la
seconda guerra mondiale, che ha dato le basi per la nascita
addirittura di certi partiti (DC).
Pif (autore del soggetto e della
sceneggiatura, insieme ad altri), riesce a regalare una certa
originalità alla vicenda, mescolando finzione e fatti realmente
accaduti, facendo un po' il verso ai film americani o italiani
ambientati in quell'epoca (alcune scene poi sono in inglese
sottotitolate).
Si perde, il ritmo non è sempre costante, c'è un
bel mischione di intenti e di generi: molto spesso pare non riuscire
a gestirli. Buona la circolarità della narrazione, che riesce a dare più solidità all'opera stessa e arriva al punto.
Il cast è in parte. Alcuni caratteristi sono azzeccati,
come Maurizio Marchetti che interpreta Don Calò. Belli gli ambienti
e la fotografia peculiare, meno la colonna sonora invadente.
Un film
ambizioso, forse troppo, meno sincero rispetto a La mafia uccide solo d'estate*.
Si perde qua e là - alcune sottotrame
risultano un po' fini a se stesse -, è confuso e alcune soluzioni narrative sono semplicistiche, tuttavia non è
quell'opera orribile che hanno definito in molti.
Da vedere per
curiosità (stando al gioco. Gli stereotipi spesso vengono
sbeffeggiati, talvolta si ritorcono contro). Consigliato a metà.
(Candidato a sette David di Donatello).
*Mia recensione
Voto: **1/2
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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