Mi riferisco a Viaggio in Inghilterra di Richard Attemborough.
Ecco la recensione:
Viaggio in Inghilterra (Shadowlands) di Richard
Attenborough del 1993. Con Anthony Hopkins, Debra Winger, Joseph
Mazzello, Edward Hardwicke, John Wood, Julian Fellowes. (131 min. ca.)
Oxford. C. S.
Lewis (Hopkins), lo scrittore famoso il ciclo di romanzi Le
cronache di Narnia, è un insegnante di mezza età,
conservatore, scapolo - vive con il fratello Warnie (Hardwicke) - ed
è un assiduo frequentatore dei circoli culturali. Un giorno si
presenta nella sua vita Joy Gresham (Winger), americana moderna,
aspirante scrittrice, con il figlio Douglas (Mazzello), grande
lettore e suo ammiratore. La donna, per poter rimanere in Inghilterra
(ormai ha divorziato dal marito alcolizzato), ormai che sono
diventati amici, gli chiede di sposarla. Clive (detto anche Jack),
quando la donna si ammalerà di cancro alle ossa, decide di sposarla,
questa volta per amore che piano piano lui ha capito di provare,
ricambiato. Faranno così un ultimo viaggio in giro per la campagna
inglese e scopriranno il significato del vero amore.
Film
biografico/sentimentale/drammatico (prima era stato un'opera teatrale
e successivamente anche uno sceneggiato televisivo) un po' anomalo.
La prima parte ha dei tempi dilatati, è piuttosto piatta e fredda,
quasi un incipit.
La seconda metà ha molto più ritmo e c'è
un'escalation di emozioni e momenti di sofferenza.
Gli attori sono
bravi. Anthony Hopkins in uno dei ruoli migliori della sua carriera
senza dubbio: il suo C. S. Lewis così impacciato, intimorito, ma
anche così appassionato e pieno di trasporto verso la donna che ama,
è perfetto. Debra Winger però gli ruba la scena: carismatica, dallo
sguardo acuto, espressiva, simaptica e - ahimè - sempre bravissima
ad interpretare la moribonda (si ricordi Voglia di tenerezza).
Davvero in parte. In gamba il piccolo Joseph Mazzello:
espressivo anche lui anche nelle scene più drammatiche. C'è anche
Julian Fellowes, lo sceneggiatore di Gosford Park e il
creatore della serie Downton Abbey in un piccolissimo
ruolo.
Un film girato molto bene, scritto altrettanto, con bei
paesaggi, delle belle atmosfere e suggestioni, ma che ha il difetto
di sferrare troppi colpi bassi per far commuovere lo spettatore che
arriverà ai titoli di coda devastato dal pianto.
Nonostante ciò ha
dei momenti intensi, poetici e profondi (per i temi trattati: vita,
morte, fede). Insomma Attemborough sa cosa dire e come dirlo,
calcando però un po' troppo la mano. Malinconico, tristissimo, ma
coinvolgente (ed è più romanzato e arioso che non una biografia
convenzionale. Tra l'altro C. S. Lewis a quanto pare non era una
persona così chiusa e solitaria come viene presentata per
giustificare il cambiamento avvenuto quando ha realizzato di amare
Joy). Impossibile non rimanerne invischiati. Da vedere (quando si è
in vena). Consigliato.
Voto: ***
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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