mercoledì 24 febbraio 2016

Knight of Cups di Terrence Malick, nuovo film del regista statunitense, che realizza ancora una volta un vero e proprio esperimento visivo/sensoriale. La storia - frammentata - è soltanto un pretesto. Curioso

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film di un regista e autore amato ed odiato.
Mi riferisco a Knight of Cups di Terrence Malick.
Ecco la recensione:





Knight of Cups di Terrence Malick del 2015. Con Christian Bale, Cate Blanchett, Natalie Portman, Imogen Poots, Teresa Palmer, Jason Clarke, Wes Bentley, Brian Dennehy, Nick Offerman, Joe Manganiello, Joel Kinnaman, Freida Pinto, Antonio Banderas, Isabel Lucas. (118 min. ca.)
Rick (Bale) è uno sceneggiatore in crisi, divoziato (?) da Nancy (Blanchett), una dottoressa, con la quale non è riuscito a creare, per l'appunto, un rapporto duraturo né aver figli. Così si rifugia in altre relazioni abbastanza superficiali e vaga alla ricerca di sé stesso, di ispirazione, riflettendo anche sul rapporto stretto ma altrettanto controverso con il padre e il fratello. 





















Una pellicola particolare (il soggetto ricorda di Fellini. E anche qualche scena sulla spiaggia forse è un omaggio), visivamente di impatto, impeccabile, con immagini da lasciar senza fiato montate creativamente (i dialoghi non sono mai interi ma frammentati), con un uso massiccio di voci narranti. Gli attori sono soltanto delle comparse (anche se spiccano un Christian Bale quasi muto, Cate Blanchett che riempie sempre la scena - sembra uscita da qualche spot per quanto è l'emblema della bellezza - regalandole carisma, e Natalie Portman, in una breve ma intensa apparizione) è sempre l'immagine ad interessare a Malick, l'estetica e il significato delle parole. 
Complesso, stratificato, visionario/onirico, pieno di simboli, è un film che sembra però parlarsi molto addosso, non dice niente di nuovo (anche se lo spettatore rimane ipnotizzato sia come già detto, dalle inquadrature e per la fotografia del grande Lubezki, ma anche per la colonna sonora di Hanan Townshend) e appare fine a se stesso, un esercizio di stile senza troppe idee e quelle poche, non troppo originali. 
Comunque i lavori di Malick sono sempre un'esperienza anche sensiorale e a dir poco spiazzanti. 
Da vedere per curiosità. Consigliato a metà.


Voto: **1/2






Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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